Nessun articolo nel carrello

Laboratorio Napoli: partecipazione e democrazia

Tratto da: Adista Segni Nuovi n° 3 del 28/01/2012

«Il libretto rosso dei beni comuni»: così il vicedirettore del Manifesto, Angelo Mastrandrea, ha definito il recentissimo testo di Alberto Lucarelli, Beni Comuni. Dalla Teoria all’azione politica (con contributi di Alex Zanotelli e Luigi De Magistris, Dissensi edizioni, pp. 418, euro 18). Io lo definirei «la bibbia del beni comuni». Ma a prescindere dall’accezione laica o religiosa che si vuole dare, il libro di Lucarelli (assessore ai Beni Comuni di Napoli, unico assessorato ad hoc in Italia) è un’opera completa, di profondo interesse, indispensabile nel suo genere.

Del resto i beni comuni sono un termometro che mostra la temperatura sempre più alta cui è giunta la nostra società, ostaggio di un modello economico malato. Maggiore è il malessere sociale, maggiore è la trasformazione di beni comuni in beni privati. Questo malessere è iniziato a diffondersi a partire dagli anni ‘80 fino a giungere, in tempi recenti, al pagamento dell’acqua ad una multinazionale anche per battezzare i nostri figli. Ma il 12 e il 13 giugno del 2011 si è trovato l’antidoto a questa nefasta malattia: la partecipazione. Ventisette milioni di italiane e italiani hanno seppellito con le loro schede elettorali la tracotanza di coloro che hanno avuto l’ardire di privatizzare il bene comune per eccellenza.

Al libro ha partecipato “l’anima” dei movimenti per l’acqua, il missionario comboniano p. Alex Zanotelli, che scrive: «Il sottotitolo di questo libro, Dalla teoria all’azione politica, è veramente indovinato ed appropriato per quello che sta avvenendo in questa nostra Napoli, che è stata dipinta come la città della “monnezza”, la capitale degradata di un Meridione retrogrado. Oggi si stanno traducendo gli studi giuridici a livello universitario e le teorie sui beni comuni in scelte politiche e amministrative. Infatti il 26 ottobre 2011 al Maschio Angioino, il Consiglio comunale ha votato, stabilendo che l’acqua di Napoli sarà gestita da Abc Napoli (Acqua bene comune), ente di diritto pubblico, in sostituzione di Arin spa, che ha gestito l’acqua di Napoli in questi anni».

Un merito dell’assessore Lucarelli è proprio quello di aver trasformato la teoria presente nel libro in azione politica concreta, il che equivale anche ad un riscatto per una città deturpata come Napoli. Durante le varie crisi dei rifiuti, più volte, persone attente ed informate, hanno scritto che Napoli è solo la punta dell’iceberg. In effetti, l’origine del problema è di questo paradigma economico che vuole follemente usurpare risorse limitate per una crescita infinita rendendo la Terra e l’atmosfera un’immensa pattumiera. Oggi Napoli sta diventando la punta più alta di un nuovo sistema democratico in cui le istanze della democrazia partecipativa si fondono con quelle della rappresentanza opponendosi al modello insostenibile dominante a livello mondiale in cui l’1% della popolazione depreda quasi il 50% delle ricchezze.

Anche il sindaco Luigi De Magistris ha collaborato al testo e, in un passaggio, tocca il cuore del problema, quella malattia cui si faceva cenno: «Dal livello locale, inteso come amministrazione partecipata e protagonismo civile, può dunque partire una nuova stagione che, per mezzo della democrazia attiva, produca un governo che rilanci e difenda i beni comuni, da anni bersaglio della furia privatrizzatrice e delle politiche liberiste che hanno funestato il Paese, fondate sul dominio del mercato e delle lobby, promotrici della distruzione del welfare, fattori originari della crisi attuale».

Il dominio fondato sul mercato ci ha privato del “bene comune” più importante di tutti che è quello della sovranità popolare. Perché oggi, a prescindere da quale colore partitico sia maggioritario, il problema è che la funzione esecutiva viene esercitata dalla Banca centrale europea, dal Fondo monetario internazionale e dal Wto, che non sono espressione del popolo ma di questo modello neoliberista, manifestazione del potere di pochi privilegiati. Se non si passa il prima possibile ad un nuovo modello economico che garantisca tutti, i beni comuni saranno destinati, sempre più, a diventare beni privati. A Napoli questo lo si è capito e, grazie ai movimenti, a p. Zanotelli, al sindaco e all’autore di questo libro, si sta passando pragmaticamente dalla teoria all’azione.

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

50 anni e oltre

Adista è... ancora più Adista!

A partire dal 2018 Adista ha implementato la sua informazione online. Da allora, ogni giorno sul nostro sito vengono infatti pubblicate nuove notizie e adista.it è ormai diventato a tutti gli effetti un giornale online con tanti contenuti in più oltre alle notizie, ai documenti, agli approfondimenti presenti nelle edizioni cartacee.

Tutto questo... gratis e totalmente disponibile sia per i lettori della rivista che per i visitatori del sito.