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Bugie di Stato?

- Israele: l’ex capo del servizio di sicurezza accusa Netanyahu e Barak di aver mentito su Iran e palestinesi

Tratto da: Adista Contesti n° 20 del 26/05/2012

Tratto dal quotidiano israeliano Haaretz (28 aprile 2012). Titolo originale: Israel's former Shin Bet chief: I have no confidence in Netanyahu, Barak

L'ex capo del servizio di sicurezza Shin Bet Yuval Diskin ha accusato Benjamin Netanyahu e il suo ministro della difesa Ehud Barak di ingannare la gente, sia sul programma nucleare iraniano sia sul processo di pace con i palestinesi, dicendo che non ha fiducia nella loro leadership. Yuval Diskin ha commentato la cosa il 27 aprile con un gruppo di pensionati che si riunisce settimanalmente in un ristorante di Kfar Sava per sentire politici e funzionari della sicurezza. In tale contesto, è probabile che sapesse di essere filmato.

Le osservazioni di Diskin arrivano pochi mesi dopo che Meir Dagan, che ha guidato il Mossad mentre Diskin era a capo dello Shin Bet, ha criticato Netanyahu e Barak in modo molto simile. «Non ho fiducia nella leadership attuale, che ci deve guidare durante un evento della portata di una guerra con l'Iran o di una guerra regionale», ha detto Diskin, capo dello Shin Bet tra il 2005 e il 2011.

Ha chiamato Netanyahu e Barak «due personaggi messianici, uno proveniente da Akirov e dal progetto Assuta, l'altro da Gaza Street e Cesarea», riferendosi alle abitazioni di lusso dei due uomini politici. «Mi creda, li ho osservati da vicino... Non sono persone in cui io abbia fiducia per guidare Israele in un evento di tale portata. Queste non sono persone a cui affiderei il timone».

Diskin ha aggiunto che Netanyahu e Barak non dicono la verità sul programma nucleare iraniano. «Stanno fuorviando  l'opinione pubblica sulla questione iraniana», ha detto. «Dicono al pubblico che se Israele agisce, l'Iran non avrà una bomba nucleare. Questo è fuorviante. In realtà, molti esperti dicono che un attacco israeliano accelererebbe la corsa iraniana al nucleare».

Ha anche detto che Netanyahu sta ingannando l'opinione pubblica in merito ai negoziati con i palestinesi. «Dimenticate le storie che vi stanno vendendo, che Abu Mazen [il presidente palestinese Mahmoud Abbas] non vuole discutere. Non si sta parlando con i palestinesi perché questo governo non ha alcun interesse a farlo. Ero lì fino a un anno fa. So da vicino cosa sta succedendo».

Diskin ha detto che Netanyahu sapeva che, se avesse fatto un passo in avanti nei colloqui con i palestinesi, la sua coalizione si sarebbe infranta. «Abu Mazen ha fatto degli errori, ma non c'è nessun collegamento», ha detto Diskin, aggiungendo che la gente è interessata alla questione palestinese, non al governo. Netanyahu e Barak non hanno risposto alle frecciate di Diskin, anche se collaboratori e ministri dei loro partiti - Likud e Atzmaut - se ne sono usciti con dichiarazioni contro di lui.

Pochi minuti prima dei principali telegiornali del 27 aprile, i collaboratori di Netanyahu e Barak hanno rilasciato dichiarazioni molto simili, definendo le parole di Diskin «irresponsabili», «imbarazzanti» e «meschine».

Fonti vicine al primo ministro hanno detto Diskin è frustrato perché Netanyahu non lo ha nominato capo del Mossad e ha nominato Yoram Cohen a succedergli come capo dello Shin Bet, nonostante le obiezioni di Diskin. «Se non ha fiducia, perché ha fatto allungare di un anno il suo mandato sotto Netanyahu, restando in carica per sei anni invece che per cinque? Perché voleva essere capo del Mossad sotto Netanyahu?», ha detto un collaboratore del primo ministro.

I collaboratori di Barak hanno detto che Diskin ha fatto queste osservazioni per aprirsi ad una carriera politica, anche se il periodo di "fermo" dopo il suo ritiro dal servizio del governo ancora non glielo permette. Ha anche pesato il ministro degli Esteri Avigdor Lieberman. Parlando al programma di Channel 2 Meet the ress, ha detto che se Diskin non aveva fiducia nel primo ministro e nel ministro della Difesa, mentre era in carica, avrebbe dovuto dare le dimissioni.

Diskin ha anche commentato la protesta sociale della scorsa estate e la “tendopoli” sul Rothschild Boulevard. L’ha paragonata alla rivoluzione che ha avuto inizio a Piazza Tahrir al Cairo, lo scorso anno. «Qual è la differenza tra i cosiddetti rivoluzionari di Rothschild Boulevard e quelli in piazza Tahrir? C'è una differenza piccola ma significativa. I ragazzi in Piazza Tahrir erano pronti a pagare un prezzo, i ragazzi di Rothschild Boulevard non tanto». Secondo Diskin, quando tutti i canti e le feste sono finiti, sul Rothschild Boulevard, «l'estate era alle spalle e loro sono tornati all'università».

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