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Riformare la Chiesa ritornando alle radici storiche. Un libro di Pablo Richard

Tratto da: Adista Segni Nuovi n° 23 del 16/06/2012

Per promuovere una riforma autentica della Chiesa, non c’è modo migliore che ricostruire la memoria del Movimento di Gesù nei primi 500 anni della sua storia: è questo il senso del libro del biblista e teologo della liberazione Pablo Richard, Memoria del movimento storico di Gesù, pubblicato in italiano nella serie dei Quaderni della Fondazione Guido Piccini (Brescia, liberedizioni, 2011, info@fondazionegpiccini.org). Nel testo, frutto di un lavoro più ampio edito dal Dei, il Departamento Ecuménico de Investigación del Costa Rica, in cui il teologo dirige, da oltre 40 anni, il Movimento Popolare della Bibbia per l’America Latina, Pablo Richard attinge alla sorgente originaria del cristianesimo come «canone, modello e strada per una riforma della Chiesa attuale», confutando la posizione tanto di chi nega la possibilità di recuperare la memoria del movimento storico di Gesù nelle sue origini quanto di chi esclude la possibilità di ricostruirla nel nostro tempo. «Se non sappiamo verso dove andiamo – scrive il teologo nell’introduzione – recuperiamo almeno la memoria del passato da cui veniamo», tanto più che è proprio per il fatto di aver perduto la memoria delle origini che la Chiesa «ha perso la capacità di affrontare attualmente una profonda riforma di se stessa», come pure di capire la straordinaria complessità del mondo post-moderno con cui è chiamata a dialogare. È dunque nel ritorno al cammino cristiano delle prime comunità che vissero e testimoniarono Gesù e il suo Vangelo (prima che il cristianesimo divenisse, con gli editti di Costantino e di Teodosio, la religione di Stato) che va cercata la soluzione al disagio di quei fedeli che – scrive Renato Piccini nella Presentazione dell’edizione italiana – «non riescono a trovare nel cristianesimo, fatto religione dogmatica e sacramentale, le risposte agli interrogativi posti non solo dal secolarismo o da una cultura laica e da una società assetata di “democrazia”, ma dalle incoerenze di una cristianità monolitica-gerarchica, chiusa a riccio in difesa di principi e tesi che sembrano imprigionare in un sistema culturale e politico il Vangelo di Gesù». È così che il lavoro di Pablo Richard, sottolinea Piccini, può offrire un valido contributo al difficile dialogo tra fede e laicità, il grande problema della compatibilità di una fede religiosa che mette al centro un Dio Assoluto «con una società laica che pone al centro l’uomo e l’umanità universale».

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