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KENYA: LA LUNGA MANO DEL CARDINALE SULLE PROPRIETÀ DEI MISSIONARI

Tratto da: Adista Notizie n° 47 del 29/12/2012

36984. NAIROBI-ADISTA. Una disputa sulla proprietà di un’importante struttura sanitaria – il St. Mary Mission Hospital che opera in due campus, uno a Nairobi e uno a Elmentaita, a 160 km a nord della capitale – e dei terreni su cui sorge sta insidiando da mesi la credibilità della gerarchia cattolica keniana. Protagonista della vicenda il dottor William Charles Fryda (più conosciuto come padre Bill), medico e missionario della congregazione Usa di Maryknoll, che lo scorso settembre ha trascinato in un processo civile l’arcivescovo di Nairobi, il card. John Njue, e Marie Therese Gachambi (già superiora delle Suore dell’Assunzione, congregazione di diritto diocesano), accusandoli di aver tentato di “farlo fuori” dalla gestione del colosso della sanità, di cui è fondatore e amministratore delegato, per appropriarsene in palese violazione della legge. Afferma infatti p. Bill di aver provveduto all’acquisto dei terreni – dopo una raccolta di offerte negli Usa e il via libera dalla Maryknoll Fathers and Brothers Society – e che, in quanto straniero, ha dovuto ricorrere alle Suore dell'Assunzione come garanti per la proprietà dei terreni.

P. Bill avrebbe voluto trasferire successivamente la proprietà alla società regolarmente registrata come responsabile per la conduzione sanitaria dell'ospedale, la St Mary’s Mission Hospital Limited. Ma questo passaggio non è mai stato concluso e le suore, in seguito ad un avvicendamento al vertice nella loro congregazione, hanno cominciato a rivendicare la proprietà dei beni e a chiamare il missionario statunitense «intruso», arrivando addirittura a negargli l'accesso al suo stesso ospedale. Il missionario ha ricevuto la solidarietà di tutto il personale ospedaliero (oltre 400 dipendenti) ed ha querelato le suore. Anche i giudici hanno sempre dato ragione a p. Bill.

Nel frattempo, però, secondo i documenti presentati dal missionario, il card. Njue e suor Gachambi hanno fondato una nuova istituzione – il Regina Pacis University College – fornendo alle autorità keniane, come garanzia, proprio i titoli di proprietà sulla terra del St. Mary Hospital.

P. Bill in settembre ha depositato in tribunale anche una copia di una lettera che il card. Njue ha inviato due anni fa al superiore generale di Maryknoll, chiedendogli di allontanare il missionario dal Kenya «per il bene della Chiesa». Da qui la richiesta alla Corte di imporre al card. Njue di non abusare del proprio potere ecclesiastico per interferire nella causa civile che lo oppone alla congregazione delle Suore dell'Assunzione. Successivamente, per evitare di dover apparire in tribunale, Njue ha dichiarato di non aver nessun interesse sugli ospedali della St Mary’s Mission, ha chiesto che la Corte eserciti pressioni sulle parti in causa per risolvere la questione in via extragiudiziale, con patteggiamento privato, magari istituendo una commissione ad hoc o spostando la disputa in un tribunale ecclesiastico, dal momento che le parti in causa sono tutte componenti della Chiesa cattolica e un processo pubblico, afferma Njue, potrebbe danneggiare «l'immagine mia e della Chiesa cattolica in Kenya». Il cardinale, sempre per paura dell’opinione pubblica, ha anche invitato la Corte ad impedire ai mass media di occuparsi del caso. Entrambe le richieste sono state rigettate da p. Bill ed hanno attirato sull’arcivescovo gli strali dei principali quotidiani ed emittenti locali. Il tribunale si pronunzierà su queste due richieste del cardinale il prossimo 28 gennaio.

Intanto il caso si è ulteriormente complicato: nell’ambito del campus del St. Mary Mission Hospital di Nairobi, nel 1996, p. Bill aveva avviato una scuola superiore gratuita per ragazzi di strada o in condizioni di marginalità estrema (il St Mary Education Center). Approfittando dello stato di confusione dovuto alle cause pendenti – si legge sul quotidiano keniano Daily Nation, l’11 dicembre – le Suore dell'Assunzione stanno spingendo gli studenti ad abbandonare le aule che vengono progressivamente occupate dagli uffici amministrativi del nascente Regina Pacis University College. (giampaolo petrucci)

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