Nessun articolo nel carrello

La miopia delle gerarchie ecclesiastiche

Tratto da: Adista Segni Nuovi n° 11 del 23/03/2013

A metà febbraio, in piena campagna elettorale, il segretario di Stato vaticano, cardinal Tarcisio Bertone, ha dichiarato pubblicamente che Mario Monti è «un bravo cristiano». E, in quegli stessi giorni, il presidente del Consiglio si è recato in Vaticano, per salutare Benedetto XVI che lasciava il governo della Chiesa cattolica. Con questo viatico ecclesiastico, Monti ha atteso il responso delle urne, fiducioso di incassare il voto cattolico, anche perché nelle tante puntate elettorali sul territorio italiano, non aveva mancato di fare visita ai vescovi locali, introdotto e accompagnato dal “neo-clericale” Andrea Riccardi.
Sappiamo come sono andate le cose, ma l’analisi delle ragioni che hanno determinato l’attuale inedito scenario politico deve partire almeno dalla nascita del governo Monti, prima di arrivare alla sua infelice scelta di «salire in politica», come il presidente del Consiglio amava dire. All’indomani della caduta del governo Berlusconi, in pochi abbiamo sostenuto l’opportunità di andare subito alle elezioni, come del resto aveva fatto la Spagna. Il centrosinistra era largamente favorito e Berlusconi, al minimo di credibilità, probabilmente sarebbe uscito di scena. Il MoVimento 5 Stelle di Beppe Grillo, ancora agli inizi, non avrebbe raggiunto il clamoroso risultato che ha poi conseguito. Invece, la scelta frettolosa del Quirinale, mettendo in pista Mario Monti, oltre a sancire la precedenza dell’economia sulla politica, metteva in surplace i partiti, dai quali, tuttavia, esigeva collaborazione e responsabilità. Domando, ora come allora: un governo di centrosinistra avrebbe fatto peggio di Monti? E la campagna elettorale sarebbe stata più rissosa dell’ultima?
Non devo qui elencare i danni prodotti da questo governo. Rilevo, però, perché non è stato fatto sufficientemente, che Monti, anche con infelici battute, ha contribuito a delegittimare i partiti e far credere che basti la tecnica per risolvere i problemi del Paese.
Di fronte all’ideologia neoliberista del governo e agli esiti delle sue manovre, è davvero sorprendente che i presidenti di alcune associazioni, tradizionalmente ispirate al cattolicesimo sociale - a partire dalle Acli, il cui ex presidente, Andrea Olivero, è stato candidato ed eletto nella lista montiana - abbiano sostenuto una cosiddetta “agenda Monti” e si siano fatti promotori di “Scelta civica”. Quanto al sostegno, più o meno esplicito, dato a questa lista dalla dirigenza ecclesiastica, permane l’amaro nostro disappunto.
Intanto, le ultime elezioni hanno confermato ancora una volta che non esiste il “voto cattolico”, giacché i cattolici votano in base alle proposte politiche, più o meno responsabilmente valutate, e che i pronunciamenti della gerarchia ecclesiastica non spostano di un solo voto l’orientamento elettorale. Se non altro, sarebbe questo un buon motivo per non scivolare negli interessi di parte.
E tuttavia, non può dirsi risolta, in Italia, la “questione cattolica”, da intendere non più come rivendicazione e legittimazione della presenza politica dei cattolici, ma come loro specifico contributo alla costruzione e alla qualità della democrazia. Infatti, non può dirsi concluso il processo di riconciliazione del cattolicesimo italiano con la democrazia.
Sappiamo che il cattolicesimo politico non è unitario e non può esserlo, anche per l’idea di democrazia che differenzia i due filoni tradizionali, clerico-moderato e cattolico democratico. Perciò, sono destinate a sicuro fallimento tutte le formazioni e le rivendicazioni identitarie marcatamente cattoliche.
Il cattolicesimo democratico ha individuato nel Partito Democratico il “luogo” di maggiore e più coerente espressione del potenziale politico del cristianesimo. Ma è un partito che va incalzato, sollecitato, provocato ad elaborare e realizzare quella identità plurale che ne ha definito la ragione fondativa. Rimane al Partito Democratico il compito di accreditarsi presso il mondo cattolico, accogliendo pienamente la cultura del cattolicesimo democratico, più che inseguendo improbabili sponde ecclesiastiche.

* Coordinatore nazionale dell’associazione di cattolici democratici Agire politicamente

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

50 anni e oltre

Adista è... ancora più Adista!

A partire dal 2018 Adista ha implementato la sua informazione online. Da allora, ogni giorno sul nostro sito vengono infatti pubblicate nuove notizie e adista.it è ormai diventato a tutti gli effetti un giornale online con tanti contenuti in più oltre alle notizie, ai documenti, agli approfondimenti presenti nelle edizioni cartacee.

Tutto questo... gratis e totalmente disponibile sia per i lettori della rivista che per i visitatori del sito.