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CASERTA O CASERMA? ALLARME FRA IL CLERO PER LE VOCI DELL’ARRIVO DI MONS. PELVI

Tratto da: Adista Notizie n° 43 del 07/12/2013

37412. CASERTA-ADISTA. Un “generale” alla guida di una delle diocesi italiane, quella di Caserta, che negli ultimi anni, durante l’episcopato di mons. Raffaele Nogaro – in pensione per raggiunti limiti di età (v. Adista Notizie n. 49/10) e prossimo a festeggiare i suoi 80 anni il 31 dicembre – si è maggiormente distinta nell’impegno per la pace e contro la guerra.

Si fanno sempre più insistenti, infatti, le voci secondo le quali l’ex ordinario militare per l’Italia, mons. Vincenzo Pelvi, potrebbe essere presto nominato vescovo di Caserta. Nato a Napoli 65 anni fa, Pelvi è in pensione da vescovo castrense dallo scorso 11 agosto – mantiene però il titolo e la lauta pensione da generale di corpo d’armata, il grado che spetta all’ordinario (v. Adista Notizie n. 29/13) – ed è ancora senza diocesi. Sembrava certa la nomina, tramontata all’ultimo momento, a Latina, dove è invece arrivato il segretario generale della Cei, mons. Mariano Crociata, che aveva a sua volta rifiutato l’incarico di ordinario al posto di Pelvi (v. Adista Notizie n. 37/13).

La sede di Caserta è vacante dal 24 settembre per la morte del vescovo Pietro Farina, peraltro malato da tempo, ed ora è temporaneamente amministrata dal vescovo di Aversa, mons. Angelo Spinillo. Sono numerosi i motivi che spingono Pelvi verso Caserta: è campano e punta a tornare nella sua regione; Caserta è una città “militare” per la presenza di numerose caserme – fra cui la “Garibaldi”, da sempre impegnata nelle missioni militari all’estero, sostenute con forza da Pelvi come insostituibili «missioni di pace» – e quindi si tratta di un ambiente assai familiare per Pelvi che nei sette anni in cui ha ricoperto l’incarico di ordinario (dal 2006 al 2013) ha guidato la diocesi castrense con particolare slancio militaresco (v. Adista Notizie nn. 99/09; 78 e 80/11; 23, 29, 41, 44/12); la “disoccupazione” di Pelvi dura ormai da oltre tre mesi e gli va trovata una diocesi in fretta.

Fra i suoi sponsor campani, Pelvi annovera il vicario del papa per la città di Roma, il card. Agostino Vallini, entrambi strettissimi collaboratori e vescovi ausiliari del card. Michele Giordano a Napoli, che li ha consacrati vescovi ambedue. Fra i suoi detrattori, invece, c’è l’attuale arcivescovo di Napoli, il card. Crescenzio Sepe – non a caso pochi mesi dopo che Sepe venne nominato a Napoli al posto di Giordano, Pelvi prese la via dell’ordinariato militare – che però sta perdendo un po' di influenza.

Molti preti di Caserta, soprattutto il clero giovane – ma anche parte dell’episcopato campano –, sono allarmati per il possibile arrivo di Pelvi. Ricordano i tempi in cui era vicario generale, ausiliare e braccio operativo di Giordano a Napoli e temono fortemente un “ritorno al passato”. Inoltre sono preoccupati perché temono che con lui l’impegno sociale e per la pace della diocesi venga pesantemente soffocato. E sarebbe davvero un duro colpo per la città: fino a pochi anni fa il vescovo Nogaro tuonava contro la guerra e le missioni militari, tanto da attirarsi le ire di Cossiga (v. Adista Notizie nn. 82 e 86/01) e di Pisanu (v. Adista n. 85/03) che ne chiesero la rimozione. Ora potrebbe arrivare Pelvi che afferma: «Il Vangelo è dalla parte dei militari, il primo credente riconosciuto da Gesù è un militare che lancia la freccia nel cuore di Gesù. Non c’è contraddizione tra militari e uso delle armi, i militari nostri non usano le armi per uccidere, i militari sono uccisi, non sono accaniti e non riconoscono nell’altro un nemico, un loro nemico da abbattere. La professione militare è evangelica perché è in relazione al comandamento di amare gli altri» (v. Adista Segni Nuovi n. 23/13). (luca kocci)

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