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È il momento della riforma agraria popolare

Tratto da: Adista Documenti n° 9 del 08/03/2014

Siamo giunti al nostro VI Congresso Nazionale. Ci sono voluti più di due anni di studi, dibattiti, riunioni, assemblee e discussioni da parte della base e dei settori del Mst di tutti gli Stati del Brasile. Siamo anche giunti al nostro 30° anniversario: siamo il movimento sociale contadino che vanta più anni di vita nella storia del Brasile. Siamo arrivati a questi due importanti momenti della nostra storia con una sfida molto chiara, espressa nello slogan del nostro Congresso, che sarà la parola d’ordine per i prossimi anni: Lottare, Costruire la Riforma Agraria Popolare!


TERRA

Da tutto questo processo di preparazione del nostro Congresso è emerso che non c’è più spazio per una Riforma Agraria tradizionale che si limiti alla distribuzione delle terre. L’agrobusiness non solo è avanzato sulle terre produttive e improduttive, distruggendo l’ambiente e orientando la produzione verso l’esportazione, ma ha anche conquistato alla sua causa l’appoggio dei governi e dell’intera struttura dello Stato.

Garantire che il popolo brasiliano abbia il diritto di decidere cosa produrre e come nutrirsi, che le nostre terre siano destinate alla produzione di alimenti e non di cellulosa o di etanolo, che i campi siano luoghi in cui vivere bene e degnamente, in cui ci sia spazio per i giovani, in cui venga riconosciuto il diritto all’educazione e alla salute, in cui ci sia data la possibilità di costruire le nostre agroindustrie e assicurare un valore aggiunto alla nostra produzione: tutto questo è possibile solo con una Riforma Agraria Popolare.


LOTTA

E questa Rifoma Agraria Popolare può essere solo frutto di una lotta che non veda impegnati esclusivamente i lavoratori Senza Terra. Essendo il modello dell’agrobusiness una minaccia per tutti i contadini, è necessario stringere alleanze e costruire mobilitazioni con chiunque faccia propria questa lotta: agricoltori familiari, quilombolas, ribeirinhos, studenti di agronomia e di ingegneria forestale, tecnici agricoli e tutti coloro che siano disposti a lavorare per questo progetto.

Ma la Riforma Agraria Popolare deve contare anche sul sostegno e sulla mobilitazione dei lavoratori urbani. Dobbiamo denunciare il fatto che l’agrobusiness avvelena gli alimenti, produce per l’esportazione, promuove il lavoro schiavo e viola la legislazione ambientale e del lavoro, tra molte altre cose.

I nostri nemici sono forti e potenti. L’agrobusiness può contare su molti alleati a livello di mass media e di potere giudiziario. Ma una cosa che abbiamo appreso in questi 30 anni è a non avere paura e a non piegarci dinanzi alle difficoltà. È stato così che abbiamo conquistato la terra per migliaia di famiglie e che ora alimentiamo centinaia di municipi. Ed è così, con la lotta e la determinazione, che, sotto la spinta del nostro Congresso, costruiremo la Riforma Agraria Popolare.

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