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EPA, ARMI, MIGRANTI, LIBERTÀ RELIGIOSA: L’AGENDA DEI MISSIONARI PER LA NUOVA EUROPA

Tratto da: Adista Notizie n° 14 del 12/04/2014

37596. VERONA-ADISTA. Anche le riviste delle congregazioni missionarie, aderenti alla Fesmi – la Federazione stampa missionaria italiana che raggruppa testate come Nigrizia dei missionari comboniani, Popoli dei padri gesuiti, Africa dei padri bianchi, il Missionario dei padri stimmatini di Verona, ecc. –, “scendono in campo” per dire la loro sulle prossime elezioni europee, che si celebreranno tra il 22 e il 25 maggio prossimi.

“Una bussola per l’Europa” è il titolo dell’editoriale pubblicato congiuntamente ad aprile, che apre con la presa d’atto della grande sfiducia dei cittadini europei nei confronti delle istituzioni dell’Unione: «Mai come al voto di fine maggio arriveremo con le pile scariche. Con un’insofferenza crescente». Secondo i missionari, l’arcipelago “euroscettico”, che raduna associazioni, partiti e singoli cittadini, considera l’Europa «come un soggetto freddo, lontano e pieno di vincoli. Più fonte di problemi che risorsa. Un soggetto dominato dal pensiero unico della grande finanza e dei tecnocrati di Bruxelles, interessati molto ai bilanci bancari e per nulla a quelli familiari». Una “Europa delle banche” che, dicono gli sfiduciati, umilia il senso di democrazia e delle sue stesse istituzioni, europarlamento compreso.

Eppure, sottolinea il testo, in quelle sedi si decide la sorte di 28 Paesi con mezzo miliardo di persone, e «quei palazzi influenzano le nostre scelte quotidiane». E così, «il voto di fine maggio è l’unico strumento in nostro possesso per indicare un nuovo percorso, per incamminarci su un’altra strada di Europa». Non quella dei «guardiani dell’ortodossia liberista», che vorrebbero un’Europa «a senso unico» e più diseguale possibile; ma «quella dell’eguaglianza, dei beni comuni, dell’accoglienza aperta ai diversi e ai distanti, della pace».

Le riviste missionarie lanciano quindi alcune sfide concrete ai futuri eletti. Innanzitutto gli Epa (Economic Partnership Agreements), con cui l’Europa, «in nome del libero scambio», chiede ai Paesi Acp (Africa, Caraibi, Pacifico) di eliminare i dazi ai prodotti importati dal Vecchio Continente: «La conseguenza potrebbe essere drammatica» per i Paesi impoveriti, a vantaggio dell’assistita agricoltura europea (v. anche Adista Notizie n. 6/14).

In secondo luogo, l’idea di fare dell’industria armiera «un volano economico» per uscire dal pantano della crisi non piace al mondo missionario, che sui temi della pace e del disarmo è sempre in prima linea. «Il nuovo modello di difesa va indirizzato a costruire l’Europa come potenza di pace, a iniziare dalla costituzione dei Corpi civili di pace europei come forza di intervento civile e pacifico, tesa alla prevenzione e ricomposizione dei conflitti, da impiegare negli interventi civili di pace all’estero, in contesti di crisi. I casi della Siria e dell’Ucraina sono un monito per tutti».

Terzo punto, la grande questione delle politiche migratorie, affrontate ancora con un approccio ristretto, localistico e poco lungimirante. «In generale, l’Europa deve dimostrare che il tema dell’accoglienza è tra i suoi principi fondativi. Uno strumento per lenire quell’imbarazzante e ingannevole epidemia di nazionalismo straccione ed egoistico che ci invade».

Infine, i religiosi intendono porre all’attenzione dei prossimi parlamentari europei il tema della libertà religiosa, che «parrebbe un diritto garantito e tutelato nel Vecchio Continente», ma «invece ha bisogno di un buon restauro perché la stessa Europa non è immune da casi di violazione della libertà di credo, di attacchi a membri delle minoranze religiose sulla base delle loro convinzioni, e da discriminazioni per motivi religiosi. La stessa attenzione che chiediamo alle istituzioni europee rispetto ai Paesi non europei, la chiediamo anche nei confronti dei Paesi membri dell’Ue». (giampaolo petrucci)

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