CHIESA ANGLICANA D’INGHILTERRA: ANATEMA CONTRO I PARTITI RAZZISTI
Tratto da: Adista Notizie n° 22 del 14/06/2014
37684. LONDRA-ADISTA. L’Ukip di Nigel Farage per ora l’ha scampata. L’anatema scagliato pochi giorni fa dalla Chiesa anglicana d’Inghilterra non ha infatti come obiettivo il partito britannico euroscettico cui guarda con favore Grillo, ma altre due formazioni di estrema destra: il British National Party (Bnp) e il National Front (Nf), finiti nel mirino della House of Bishops (una delle tre Camere che compongono il Sinodo generale della Chiesa anglicana) perché razzisti.
Con una decisione senza precedenti, resa nota il 2 giugno scorso, la Camera dei vescovi ha vietato ai membri del clero di entrare a far parte di uno di questi due partiti: non solo, precisa il documento, anche «il sostegno, espresso pubblicamente o privatamente, sarà considerato, sulla base del nuovo provvedimento, come inappropriato o disdicevole, perché, come stabilisce il Diritto canonico (C 26.2) i membri del clero hanno il dovere di condurre una vita coerente con la dottrina di Cristo sia nella vita professionale che privata». «Se il clero – è la riflessione dei vescovi – fosse associato a partiti o organizzazioni i cui scopi o dichiarazioni pubbliche sono contrarie agli insegnamenti della Chiesa sull’uguaglianza razziale, questo porterebbe discredito alla Chiesa e il ministero stesso di costoro sarebbe compromesso».
I membri del clero, precisa il documento, potranno esprimere sostegno per una particolare posizione del Bnp o del Nf (per esempio riguardo a una specifica politica economica o dei trasporti), ma non sostenere il partito a livello generale o aderirvi o incoraggiare altri a farlo.
A fare problema sono le posizioni apertamente razziste dei due partiti, incompatibili con gli insegnamenti della Chiesa d’Inghilterra. Nel suo Statuto, sottolineano i vescovi, il National Front si definisce un «movimento nazionalista razziale radicale» il cui obiettivo primario è quello di «assicurare la sopravvivenza e l’avanzamento della Razza Bianca e della Nazione britannica». Più o meno stessi toni e argomentazioni del British National Party che si autodefinisce un partito nazionalista impegnato «nella creazione e nel mantenimento dell’unità e dell’integrità del popolo britannico indigeno» e che nel suo manifesto per le elezioni del 2010 parlava del «grave pericolo» che correrebbe la Gran Bretagna «minacciata dall’immigrazione e dal multiculturalismo».
Ne consegue il divieto di cui sopra della cui possibilità entrambi i partiti erano stati avvertiti, dando loro la possibilità di replicare prima che la dichiarazione di incompatibilità fosse approvata. Nessuna risposta è pervenuta dal Bnp, mentre è stata evidentemente ritenuta non sufficiente quella ricevuta dalla presidenza del Nf.
La dichiarazione della House of Bishops sarà presentata al Sinodo generale che avrà luogo a York in luglio ed entrerà in vigore l’11 di quel mese, a meno che, entro quella data, almeno 25 membri del Sinodo non esprimano la volontà che la questione venga dibattuta. In tal caso per entrare in vigore dovrà ricevere l’avallo del Sinodo stesso. (ingrid colanicchia)
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