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Quelle persone normali che fanno la differenza. Una lettura del Vangelo di Giovanni

Tratto da: Adista Documenti n° 23 del 21/06/2014

DOC-2626. ROMA-ADISTA. Un elogio delle persone comuni, quelle che non copriranno mai incarichi di prestigio, che non vivranno mai momenti di gloria, che, tutt’al più, saranno conosciute solo per via indiretta, per la loro relazione con qualcuno di celebre. E che, tuttavia, fanno la differenza nella vita di quanti le circondano, anche solo offrendo amicizia, anche solo dicendo la parola giusta nel momento opportuno. Quelle che, per parafrasare Etty Hillesum, riescono a essere un balsamo per le ferite altrui. È a loro che rivolge un pensiero commosso il teologo e vescovo episcopaliano John Shelby Spong, il quale, tra i personaggi del Vangelo di Giovanni a cui ha dedicato la sua attenzione nel suo ultimo libro - Il quarto Vangelo. Racconti di un mistico ebreo (Massari editore, Bolsena, 2013, pp. 382, euro 20; v. Adista n. 35/13) -, individua in Andrea, noto soprattutto per essere il fratello del tanto più “importante” Pietro, proprio «il patrono della gente comune». Descritto da Giovanni come un intermediario senza meriti eccezionali, ma grazie a cui «le cose normali diventano grandi intorno a lui», Andrea rappresenta, per il teologo episcopaliano, «un possibile modello da seguire», tanto più che a nessuno «mancano i requisiti» per svolgere il ruolo da lui ricoperto: «Ricordatevi - scrive Spong - di un momento importante nel vostro cammino e soffermatevi su chi era con voi in quell’istante, chi vi ha detto la parola giusta che vi ha fatto scegliere una strada anziché un’altra, determinando il corso della vostra vita. Questa figura cruciale non è stata per caso una persona comune?».

Di seguito, in una nostra traduzione dallo spagnolo, l’intervento di Spong, pubblicato dal portale dei cristiani progressisti spagnoli Atrio, il 2 giugno scorso. (c. f.)

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