Nessun articolo nel carrello

ANCORA UNA CENSURA DA ROMA PER LA TEOLOGA INGLESE TINA BEATTIE

Tratto da: Adista Notizie n° 36 del 18/10/2014

37824 LONDRA-ADISTA. La teologa Tina Beattie non può tenere conferenze in luoghi di proprietà della diocesi: lo ha comunicato, su istruzione della Congregazione per la Dottrina della Fede, l’arcivescovo di St. Andrews e Edimburgo, mons. Leo Cushley, vietando a Beattie – docente di Studi cattolici presso l’Università londinese di Roehampton e direttore del Digby Stuart Research Centre for Religion, Society e Human Flourishing – di intervenire ad un’iniziativa promossa dall’Edinburgh Circle della Newman Association, in programma presso il convento di Santa Caterina, a Edimburgo. Il motivo: «La professoressa Beattie – così il vescovo in una lettera inviata all’associazione, datata 11 luglio ma resa pubblica solo alla fine di settembre – è nota per aver sovente messo in discussione il Magistero della Chiesa. Pertanto, vi chiedo di cancellare l’evento, che non può avvenire né essere aperto al pubblico in alcuna proprietà della Chiesa in questa arcidiocesi». 

Tina Beattie, 59 anni, ha all’attivo un gran numero di pubblicazioni e di ricerche sul rapporto tra religione e psicanalisi, tra teologia e teorie di genere, arte, ateismo e diritti delle donne (v. Adista Documenti n. 34/14), nonché sul culto di Maria; è molto nota anche perché fa parte della direzione del settimanale cattolico The Tablet e per i suoi contributi sul quotidiano The Guardian, alla radio e in televisione.

Contestualmente, nella lettera all’associazione, Cushley diffida quest’ultima dall’invitare ancora anche un altro noto e apprezzato teologo, Joe Fitzpatrick, autore di un libro sul peccato originale e sull’evoluzione. La Newman Association ha immediatamente risposto a Cushley, chiedendogli un incontro, ma in risposta ha ricevuto solo un appuntamento con uno dei vicari generali, mons. Patrick Burke, già membro della Congregazione per la Dottrina della Fede. 


La difesa della Newman Association

L’associazione ha immediatamente replicato all’arcivescovo esprimendo «tristezza e sorpresa» per «il contenuto e il tono» della lettera. «Crediamo che il cattolicesimo non abbia nulla da temere dal dibattito e da una discussione aperta condotta in un clima libero da timori e denunce». Quanto alla conferenza di Fitzpatrick, «ci sembra chiaro che nessun rappresentante della Cdf vi sia stato presente, altrimenti sarebbe rimasto stupito dalla totale assenza di dissenso o controversia»: «Nessun ascoltatore ragionevolmente intelligente avrebbe potuto pensare che tale conferenza costituisse una grave minaccia alla dottrina della Chiesa». Quanto a Beattie, l’associazione afferma di essere ancora più preoccupata dal diktat della Cdf: dal momento che «il suo profondo impegno verso la Chiesa, la sua adesione ai principi e ai processi del discorso teologico, la sua passione e la sua apertura» non sono in discussione, «è difficile per noi conciliare tutto ciò con il recente invito di papa Francesco ai teologi della Chiesa a essere più coraggiosi nell’affrontare le realtà del mondo».

Tina Beattie: che cosa mi viene imputato?

Naturalmente Beattie – come peraltro Fitzpatrick – ha risposto subito all’arcivescovo con una lettera di cinque pagine datata 2 settembre che, a tutt’oggi, sembra caduta nel vuoto. «Sono certa che lei comprenda che tutto ciò ha gravi conseguenze sulla mia vocazione teologica e per la mia posizione di laica cattolica apprezzata nella Chiesa», scrive esprimendo la sua «preoccupazione riguardo alla posizione in cui mi trovo» e chiedendo al vescovo di «spiegare qual è il fondamento di questo divieto». Se a monte, come appare, c’è l’intervento della Congregazione per la Dottrina della Fede, «quali sono i motivi? Ritengo che lei debba aver stabilito che tali motivi esistono, prima di agire come ha fatto». 

Già nel novembre 2012 Beattie si è vista cancellare – a dieci giorni dall’inizio – un corso come docente invitato presso l’Università di San Diego, negli Stati Uniti, a causa delle pressioni dei finanziatori dell’Università (v. Adista Notizie nn. 40 e 41/12). Il motivo: la teologa aveva firmato, insieme a 26 altri teologi e preti, una lettera aperta in favore del matrimonio gay, pubblicata sul Times, ragione per la quale le era anche stato ritirato l’invito a intervenire alla cattedrale di Clifton, in Inghilterra, in occasione di una serie di conferenze per il cinquantenario del Concilio Vaticano II. In quell’occasione – in cui era stata l’unica a essere punita – l’iniziativa era stata direttamente della Congregazione per la Dottrina della Fede, mentre dietro la revoca dell’incarico a San Diego c’era un personaggio di altissimo rilievo (fino a poco fa) della gerarchia vaticana, il card. Raymond Leo Burke, prefetto della Segnatura apostolica vaticana, la Corte suprema vaticana. Con la sua firma a favore del matrimonio omosessuale, infatti, la teologa si era attirata gli strali del gruppo cattolico di San Diego Catholic Action for Faith and Family, gruppo supportato proprio dal card. Burke, che ne è consigliere episcopale insieme a mons. Salvatore Cordileone, presidente della sottocommissione della Conferenza episcopale per la promozione e la difesa del matrimonio. Il fatto di San Diego aveva prodotto un tale malcontento nel mondo accademico che il rettore dell’Università era stato sfiduciato (v. Adista Notizie n. 42/12).

«Il suo intervento – scrive ora Beattie all’arcivescovo dopo aver ripercorso queste tappe – probabilmente infiammerà di nuovo questa controversia». «Certo, vi sono persone che non sono d’accordo con me su molti temi come altrettante che invece lo sono. Il disaccordo, se informato da profondi principi teologici e una fedeltà critica al Magistero, è un segno di grande vitalità nella Chiesa. Procede nel dialogo, non in modo unilaterale cercando il silenzio dell’altro invocando l’autorità della Cdf. Tuttavia c’è anche una minoranza rumorosa pronta a fare rapporto a Roma su persone come me, spesso sulla base di affermazioni distorte o di false accuse». Di qui, la necessità che il vescovo «stabilisca bene i fatti e giustifichi la sua decisione»: «Sarò felice di fornirle ogni pubblicazione o prova lei richieda, se mi si dice l’esatta natura di ciò che mi viene imputato». (ludovica eugenio)

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

50 anni e oltre

Adista è... ancora più Adista!

A partire dal 2018 Adista ha implementato la sua informazione online. Da allora, ogni giorno sul nostro sito vengono infatti pubblicate nuove notizie e adista.it è ormai diventato a tutti gli effetti un giornale online con tanti contenuti in più oltre alle notizie, ai documenti, agli approfondimenti presenti nelle edizioni cartacee.

Tutto questo... gratis e totalmente disponibile sia per i lettori della rivista che per i visitatori del sito.