
Valencia: in cattedrale si commemora il golpe di Franco contro la Repubblica spagnola
Tratto da: Adista Notizie n° 28 del 30/07/2016
38639 VALENCIA-ADISTA. Alle sette di sera del 18 luglio scorso, nella cattedrale di Valencia è stata celebrata una messa in suffragio del dittatore Francisco Franco. Non è una data qualsiasi: il 18 luglio è la ricorrenza del cosiddetto Alzamiento (sollevazione) del generale Franco e altri militari golpisti contro il governo repubblicano del Fronte Popolare legittimamente eletto il 19 febbraio 1936. L'Alzamiento è stato l'inizio della guerra civile spagnola, terminata nel 1939 con la vittoria e la presa del potere da parte del Generalísimo – o Caudillo de España –, che instaurò una dittatura fascista conclusasi nel 1975 con la sua morte, avvenuta il 20 novembre. È sconosciuto il nome della persona che ha “fatto dire” la messa, ma secondo una portavoce diocesana è la stessa che commissiona un'analoga celebrazione il 20 di ogni mese.
ElDiario.es (in data 17/7) sostiene che la messa serale del 18 rientrava fra le varie presiedute, in diversi orari, dall'arcivescovo, card. Antonio Cañizares, come annunciato sul settimanale diocesano Aleluya nell'edizione del 17 luglio. In merito un paio di stranezze vanno segnalate. La prima: mentre, per le altre messe, nella “dedicatoria” i nomi sono completi, per quella delle 19 si legge «suf. Francisco F.». L'occultamento del cognome è indice di forte imbarazzo. La seconda stranezza è che il numero del 17 luglio non compare nel sito del settimanale. Un sorprendente ritardo nell'inserimento online o, anche per questo particolare, un ossequio al detto “occhio non vede, cuore non duole”? Comunque va osservato che non compaiono nel sito neanche i numeri del 26/6 e del 3/7: queste tre uniche eccezioni balzano agli occhi se si scorrono le precedenti date di pubblicazione, tutte presenti. Però non c'è dubbio che l'edizione del 17 luglio esista, per lo meno in carta: ElDiario.es (in data 17/7) pubblica le fotografie sia della testata di Aleluya, sia dell'elenco delle messe con la dedicatoria a Francisco F.
L'arcivescovato, sollecitato dal quotidiano spagnolo El País (18/7), sostiene che una messa di suffragio «non si può negare a nessuno» e che comunque il cardinale non è al corrente né di questo né di altro suffragio (e allora non è lui che officia quelle messe). E alla domanda sul perché è stato camuffato il nome del dittatore, la risposta è stata: «Perché l'incaricato di annotare le messe ha questa sensibilità, pensava che avrebbe potuto infastidire qualcuno».
E «persone disgustate», riferisce El País, ce ne sono. Per esempio Alfonso Llorenç, giornalista ed esperto della Chiesa valenciana che, avvicinato dal quotidiano nella piazza della Vergine, si chiede: «Com'è possibile che nella cattedrale, che è il primo tempio della diocesi, si celebri un colpo di Stato contro un governo legittimo e democratico? Qualcuno può immaginare che a Monaco si celebri una messa in suffragio di Hitler?».
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