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Rete Interdiocesana Nuovi Stili di Vita. La custodia del creato

Rete Interdiocesana Nuovi Stili di Vita. La custodia del creato

Tratto da: Adista Segni Nuovi n° 25 del 08/07/2017

La Rete Interdiocesana Nuovi Stili di Vita (ad oggi 84 diocesi in rete) ha realizzato l'8° convegno-laboratorio, da venerdì 2 a domenica 4 giugno 2017 a Bologna. 

Fin dalla propria nascita, la Rete realizza convegni con lo stile del laboratorio perché valorizza come parte centrale il lavoro dei partecipanti mediante dinamiche di gruppo per poter costruire delle piste pastorali da realizzare nelle proprie diocesi. Le relazioni e il dibattito sono solamente dei punti di partenza del laboratorio che fanno da stimolo a tutto il resto che è la parte più consistente. È lo stile di questa nostra Chiesa che parte da basso: cercare, discernere e definire la pastorale dei nuovi stili di vita, in modo sinodale e con la partecipazione dei vari ministeri ecclesiali: laici e laiche, religiosi e religiose, diaconi, sacerdoti e vescovi.

Vengono coinvolti principalmente operatori e operatrici degli uffici pastorali delle diocesi che sono in Rete. Sono i protagonisti della pastorale dei nuovi stili di vita nella propria diocesi e territorio. In questo laboratorio di Bologna hanno partecipato 61 operatori e operatrici: i laici  e le laiche sono stati la maggioranza, ma c'è stata anche la presenza di religiosi, religiose e sacerdoti. Tutti provenienti da varie parti d’Italia: da Bolzano ad Agrigento, da Cuneo a Pordenone, da Grosseto a Bari.

L'obiettivo che ci siamo proposti è stato: aggiornare, modificare e migliorare le 4 piste pastorali che la Rete Interdiocesana aveva identificato nei precedenti laboratori di Roma e Assisi. Per raggiungerlo meglio, ci siamo lasciati illuminare dai due documenti di papa Francesco Evangelii Gaudium e Laudato si', che riteniamo molto importanti per la pastorale dei nuovi stili di vita. “Il grido della terra e dei poveri, la sfida dei nuovi stili di vita per un'ecologia integrale” è stato il tema di questo 8° laboratorio. 

Il lavoro dei gruppi, parte fondamentale del laboratorio, è stato stimolato dall'intervento di due relatori che si sono lasciati guidare dall'Evangelii Gaudium e dalla Laudato si', come avevamo chiesto. Per rendere più plurali e ricche le provocazioni dei relatori, abbiamo scelto una donna, Soave Buscemi, missionaria ed educatrice, e un uomo, Luigi Piccioni ricercatore ed esperto nella tematica storico-ambientalista. Ma non solo, anche uno dei due relatori che sia non credente. In questo laboratorio era Luigi Piccioni. Questo è uno stile ormai consolidato nelle scelte della nostra Rete: confrontarci con una presenza femminile e l'altra maschile, con un credente e l'altro non credente. Sono prospettive differenti ma molto arricchenti per una Chiesa plurale ed ecumenica.

I delegati e le delegate hanno partecipato molto bene nei lavori di gruppo. Lasciandosi stimolare dalle relazioni, hanno verificato e aggiornato le 3 motivazioni teologico-pastorali e i 4 percorsi concreti di ognuna delle 4 piste pastorali. Dopo aver analizzato le problematiche e i passi positivi del lavoro fatto in questi anni, hanno soprattutto programmato il futuro della pastorale dei nuovi stili di vita  nel rendere le 4 piste pastorali più incisive, più costruttive, più concrete e più trasformanti della realtà ecclesiale e sociale. Le sintesi dei 4 gruppi sono state presentate all'assemblea conclusiva del laboratorio, che ha avuto il compito di definire meglio le proposte dei gruppi e deliberare il tutto in un documento programmatico per gli anni 2017-2019 (vedi di seguito). Abbiamo così rispettato pienamente lo stile della Rete che consegna all'assemblea il potere decisionale. Non come nei consigli pastorali diocesani, dove l'assemblea ha un valore solo consultivo, così pure nei consigli pastorali parrocchiali. Infatti, nella nostra Rete Interdiocesana non esiste una presidenza che decide, ma un coordinamento che chiede all'assemblea di discutere, modificare, aggiornare e deliberare. 

Il laboratorio ha avuto anche un carattere narrativo, mediante il racconto di 4 esperienze, una su ogni pista pastorale: la testimonianza della Comunità di Nomadelfia della diocesi di Grosseto come piccola comunità cristiana; la cooperativa sociale S. Agostino della diocesi di Andria che è impegnata per un'economia di relazioni; il progetto Granello di Senapa della diocesi di Reggio Emilia che sta educando alla mondialità; l'esperienza della comunità cristiana di Santomato della diocesi di Pistoia che sta lavorando per un bilancio trasparente ed etico e per la liberazione dei tariffari sui sacramenti.

Infine, abbiamo avuto la presenza del nuovo vescovo di Bologna, Matteo Zuppi, che ha voluto sostenere il cammino della Rete Interdiocesana, commentando e sottoscrivendo le 4 piste pastorali. Il vescovo Matteo ci ha parlato di due esigenze per la pastorale dei nuovi stili di vita: la prima riguarda i nuovi stili di vita che sono importanti per dare concretezza alla custodia del creato, altrimenti c'è il rischio di cascare nel moralismo; la seconda è l'imprescindibile incontro con i poveri nel sentire tutta la loro corporeità per poter generare nuove prassi di vita.

Il tutto si è chiuso celebrando l'Eucaristia insieme con la comunità cristiana della parrocchia di S. Benedetto di Bologna, dove i delegati e le delegate hanno ricevuto il mandato (vedi di seguito), che li impegnerà nella realizzazione delle 4 piste pastorali animando le proprie diocesi. 

* Adriano Sella è missionario laico del creato e coordinatore della Rete Interdiocesana Nuovi Stili di Vita

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