
«Offendono tutti i cittadini», la Raggi dispone la rimozione dei manifesti shock di ProVita Onlus e Generazione Famiglia
La sindaca di Roma Virginia Raggi ha richiesto agli uffici competenti la rimozione dei manifesti omofobi della campagna nazionale di ProVita Onlus e Generazione Famiglia «Due uomini non fanno una madre. #StopUteroinAffitto». Secondo il Campidoglio «il messaggio e l'immagine veicolati dal cartellone - mai autorizzato da Roma Capitale e dal Dipartimento di competenza - violano le prescrizioni previste al comma 2 dell'art. 12 bis del Regolamento in materia di Pubbliche affissioni di Roma Capitale, che vieta espressamente esposizioni pubblicitarie dal contenuto lesivo del rispetto di diritti e libertà individuali». Inoltre, la prima cittadina della Capitale ha aggiunto che «La strumentalizzazione di un bambino e di una coppia omosessuale nell'immagine del manifesto offendono tutti i cittadini». Durissima la replica degli ideatori della campagna, secondo cui la Raggi avrebbe «obbedito agli ordini della Cirinnà via twitter (…) e alle lobby Lgbt», aggiungendo, per conto di Antonio Brandi, presidente di Pro Vita che «il vero offeso del manifesto è il bambino, messo in vendita per coppie gay e destinato ad essere strappato dalla madre che lo ha partorito».
Caustica anche l’associazione MODAVI Onlus che, per mezzo di una nota stampa, esprime la propria solidarietà e sostegno alle organizzazioni promotrici della campagna, paventando la violazione della libertà di espressione ed opinione sancita dall’art. 21 della Costituzione. «La Legge 40/2004 sanziona penalmente chiunque realizzi 'in qualsiasi forma' la surrogazione di maternità, - ha argomentato Federica Celestini Campanari, Presidente Nazionale del MODAVI-, Quella pratica che comunemente viene chiamata 'utero in affitto' è, dunque, vietata per legge in Italia. Ci chiediamo allora perché il Sindaco di Roma abbia trovato offensivi e lesivi delle libertà individuali i manifesti della campagna lanciata da ProVita Onlus e Generazione Famiglia - La Manif Italia, considerato che non fanno altro che ribadire qualcosa che è già normato nel nostro Paese».
La polemica, scatenata nei territori ove sono stati affissi i manifesti di ProVita e Generazione Famiglia, è destinata a non esaurirsi qui. Gli addetti ai lavori attendono le reazioni dei primi cittadini di Napoli e Milano, dal momento che, come esplicitamente dichiarato dai promotori in una nota, «La campagna è una risposta decisa a tutti quei giudici e sindaci (in particolare Virginia Raggi a Roma, Chiara Appendino a Torino, Beppe Sala a Milano e Luigi De Magistris a Napoli) che, violando la legge e il supremo interesse del bambino, hanno disposto la trascrizione o l’iscrizione di atti di nascita di bambini come `figli´ di due madri o di due padri».
*Immagine di Livioandronico2013 tratta da Wikimedia Commons, immagine originale e licenza
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