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La carovana dei migranti raggiunge le porte degli USA. I vescovi a Trump: “Garantire protezione a bambini e famiglie vulnerabili”

La carovana dei migranti raggiunge le porte degli USA. I vescovi a Trump: “Garantire protezione a bambini e famiglie vulnerabili”

TIJUANA-ADISTA.  La carovana dei migranti, partiti il 13 ottobre scorso da San Pedro Sula (Honduras) alla volta degli Stati Uniti, ha raggiunto Tijuana, la nota città messicana al confine proprio con gli USA. I primi hanno fatto la loro comparsa domenica, rifugiandosi sulla spiaggia, altri martedì ed molti altri, gradatamente, raggiungeranno (quella che sperano sia) la penultima tappa della loro lunga traversata, sognando di essere accolti in quella terra per molti simbolo di libertà e autodeterminazione.

Ad attenderli alla frontiera, tuttavia, è schierato l’esercito statunitense, e già il 9 novembre scorso Donald Trump ha emesso un bando che impedirà alle persone giunte al confine USA/Messico di ricevere asilo nel paese.

«Il recente annuncio del presidente Trump contrasta con le leggi statunitensi sull'immigrazione» si legge nella nota del 14 novembre firmata da mons. Joe Vásquez, presidente della Commissione per la migrazione episcopale della Conferenza degli Stati Uniti, insieme a funzionari di Catholic Charities USA, Catholic Legal Immigration Network e Catholic Relief Services. 

I vescovi esprimono la loro «profonda preoccupazione» per la proclamazione, sostenendo che la carovana migrante è composta da bambini e adulti «in fuga dalla violenza» nei loro Paesi d'origine. «Nonostante il nostro insegnamento riconosca il diritto di ogni nazione a regolare i propri confini – continua la nota - questa azione limiterà e rallenterà l'accesso alla protezione di centinaia di bambini e famiglie in fuga dalla violenza in Centro America, potenzialmente lasciandoli in condizioni non sicure in Messico o in situazioni di detenzione indefinita al confine con gli Stati Uniti». 

Nella loro dichiarazione i vescovi insistono sul fatto che «non è un crimine chiedere asilo e questo diritto di cercare rifugio è codificato nelle nostre leggi e nei nostri valori», rivolgendo un appello all’amministrazione statunitense «a cercare altre soluzioni che rafforzino l'integrità del sistema di immigrazione esistente, garantendo nel contempo l'accesso alla protezione per i bambini e le famiglie vulnerabili».

Appello che, ad oggi, non pare abbia molte chance di essere accolto, se solo si leggono le dichiarazioni di Trump a sostegno della sua decisione: l'afflusso di «grandi gruppi di alieni che arrivano in una volta attraverso il confine meridionale aggiungerebbe una tremenda tensione a un sistema già tassato, specialmente se evitano la procedura ordinaria attraversando illegalmente il confine meridionale».

 «La Chiesa cattolica continuerà a servire, accompagnare e assistere tutti coloro che fuggono dalle persecuzioni, indipendentemente da dove cercano tale protezione e da dove provengono», sostengono, al contrario, i porporati della Conferenza Episcopale USA.

«Non riuscendo a prendere provvedimenti immediati per arginare la migrazione di massa che gli Stati Uniti stanno attualmente vivendo – ha detto ancora Trump- incoraggeremmo solo un'ulteriore migrazione illegale di massa e un ulteriore schiacciamento del sistema», proprio mentre altri cittadini centroamericani, provenienti da Cile, Colombia, Costa Rica, El Salvador, Guatemala, Messico, Nicaragua, Panama, Perù e Venezuela si sono uniti alla processione. 

Le Nazioni Unite hanno stimato in 7.000 i migranti in marcia, mentre il giornale La Presse riferisce di altre due carovane, di circa 2.000 persone ciascuna, che hanno recentemente preso la rotta statunitense dall'America Centrale. Una situazione che rischia di far collassare la città di Tijuana (chiaramente non equipaggiata a sostenere l’afflusso di tante anime) e di contribuire al clima di tensione già instauratosi al confine. Come riportato dall’ambasciatore messicano negli Stati Uniti, Geronimo Gutierrez ai microfoni dell’emittente radio statunitense NPR, la carovana migrante non sarebbe solo un gruppo pacifico di persone in fuga da una brutta situazione, poiché «alcune persone nella carovana sono state molto violente contro l'autorità», rassicurando tuttavia di aver «cercato di evitare, a tutti i costi, la violenza al confine». 

 

*Immagine tratta da Wikimedia Commons. Immagine originale e licenza. © Tomas Castelazo, www.tomascastelazo.com / Wikimedia Commons / CC BY-SA 4.0

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