Il presidente di Azione cattolica: i cristiani in politica sono "plurali"
Sulla questione dell'impegno dei cattolici nella dimensione civile e politica batte un colpo anche l'Azione Cattolica- Lo fa con Matteo Truffelli, Presidente nazionale dell'associazione, con un articolo pubblicato sul numero di agosto/settembre del mensile Vita Pastorale (Gruppo Editoriale San Paolo), diretto da don Antonio Sciortino. «Se occorre tenere sempre ben chiara la distinzione dei diversi piani in cui ci è chiesto di agire – quello sul quale ci muoviamo come comunità cristiana, e quello sul quale ciascuno è chiamato a mettere in gioco, individualmente o collettivamente, la propria responsabilità personale, la propria coscienza formata (cf Gaudium et spes 76) –, occorre anche ricordare che non possiamo sottrarci al dovere di un serio confronto circa le principali questioni del nostro tempo. Sapendo esprimere valutazioni equilibrate e coerenti. E tentando di indicare soluzioni possibili e strade attraverso cui realizzarle. Sapendo giudicare ciò che avviene sulla scena pubblica senza pregiudizi di parte, ma anche senza dare retta a chi vorrebbe che relegassimo "la religione alla segreta intimità delle persone, senza alcuna influenza sulla vita sociale e nazionale, senza preoccuparci per la salute delle istituzioni della società civile, senza esprimersi sugli avvenimenti che interessano i cittadini" (Evangelii gaudium 183).
Certo, ammette Truffelli, «dobbiamo ancora metabolizzare il fatto che la pluralità delle scelte e delle posizioni politiche interne al mondo ecclesiale possa rappresentare una ricchezza, e non solamente una difficoltà. Solo così potremo sottrarci alla tentazione, sempre incombente, di “tirare il Vangelo per la giacca”, ascrivendolo, con troppa leggerezza, alle nostre convinzioni o alla nostra parte politica. E squalificando coloro che, dentro la comunità ecclesiale, non la pensano come noi, e additandoli come credenti incoerenti. O peggio, a seconda dei casi, come traditori dei valori fondamentali della fede, perché incapaci di trovare un punto di incontro tra le affermazioni di principio e le concrete scelte possibili».
Articolo molto equilibrato (quasi equilibrista verrebbe da dire), ma con una stoccata finale al rosario di Salvini: solo con l'accettazione della pluralità delle opzioni politiche per i cristiani - scrive il presidente di Ac - «potremo depotenziare il rischio che qualcuno pensi di poter fare della fede – o più precisamente della religione – uno stendardo di cui appropriarsi per poterlo sbandierare per scopi di parte».
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