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I 5Stelle e il Tav: sacrificare ideali e ambiente per la sopravvivenza del governo

I 5Stelle e il Tav: sacrificare ideali e ambiente per la sopravvivenza del governo

Duro attacco di Sbilanciamoci! http://sbilanciamoci.info/ –- la Campagna che riunisce dal 1999 46 organizzazioni e reti della società civile italiana impegnate sui temi della spesa pubblica e delle alternative di politica economica – contro il governo, e soprattutto contro il Movimento 5Stelle, perché intenzionato a proseguire la costruzione del Tav, il treno ad alta velocità Torino-Lione.

«Sul sito di Sbilanciamoci! in questi anni – ricorda in apertura Giulio Marcon, firmatario dell’articolo “L’errore del governo sul Tav” –  le analisi, gli interventi, i commenti sono stati innumerevoli e tutti contrari al TAV». Perciò ora, «ci “soffermiamo invece sulla decisione del premier Conte di sciogliere le riserve, annunciando che il governo andrà avanti nella costruzione del TAV». Se è vero che «i Cinque Stelle si sono dissociati», è anche vero che « non hanno fatto nulla per impedire che si arrivasse a questa decisione: potevano mettere il veto, anche a costo di far cadere il governo. Invece si sono arresi. Come già si erano arresi ieri sulla TAP e sulle trivelle e come domani – speriamo di no – si arrenderanno sugli F35.

«Al TAV c’erano alternative – protesta Marcon

Duro attacco di Sbilanciamoci! http://sbilanciamoci.info/ –- la Campagna che riunisce dal 1999 46 organizzazioni e reti della società civile italiana impegnate sui temi della spesa pubblica e delle alternative di politica economica – contro il governo, e soprattutto contro il Movimento 5Stelle, perché intenzionato a proseguire la costruzione del Tav, il treno ad alta velocità Torino-Lione.

«Sul sito di Sbilanciamoci! in questi anni – ricorda in apertura Giulio Marcon, firmatario dell’articolo “L’errore del governo sul Tav” –  le analisi, gli interventi, i commenti sono stati innumerevoli e tutti contrari al TAV». Perciò ora, «ci soffermiamo invece sulla decisione del premier Conte di sciogliere le riserve, annunciando che il governo andrà avanti nella costruzione del TAV». Se è vero che «i Cinque Stelle si sono dissociati», è anche vero che « non hanno fatto nulla per impedire che si arrivasse a questa decisione: potevano mettere il veto, anche a costo di far cadere il governo. Invece si sono arresi. Come già si erano arresi ieri sulla TAP e sulle trivelle e come domani – speriamo di no – si arrenderanno sugli F35.

«Al TAV c’erano alternative – protesta Marcon – e il Movimento Cinque Stelle lo sa bene, come lo sanno bene molti membri dell’esecutivo. È mancato il coraggio. La sopravvivenza stentata e pericolosa (per i diritti) del governo val bene il sacrificio dei propri ideali e delle convinzioni più radicate».

D’altronde, sottolinea Marcon, la «vicenda TAV è coerente con le altre scelte fatte da questo governo sulle grandi opere e sull’idea di un modello di sviluppo, sempre lo stesso, in perfetta continuità con quella dei governi precedenti. Dopo aver steso un velo pietoso sulle grandi opere e sul TAV ci sarebbe da chiedersi: dove sono gli interventi per le piccole opere? E quelli per la mobilità sostenibile e il trasporto pubblico locale? E i treni per i pendolari? E cosa si sta facendo per eliminare i 16 miliardi di sussidi ambientalmente dannosi (SAD) che producono inquinamento e molte altre cosiddette “esternalità negative” che implicheranno altri soldi per porvi riparo?».

Allora «la vicenda del TAV è emblematica perché – tira le conclusioni Marcon – è proprio dentro l’idea di un modello di sviluppo che devasta il territorio e distrugge l’ambiente. Tra l’altro questa è già un’opera vecchia di fronte al cambiamento velocissimo di tante cose: il trasporto delle merci e dei passeggeri, le produzioni e i consumi, l’innovazione tecnologica. Una grande opera, ma nata morta».

*Foto tratta da Wikipedia, immagine originale e licenza

 

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