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Perché un Sinodo per l’Amazzonia? Le riflessioni di

Perché un Sinodo per l’Amazzonia? Le riflessioni di "Civiltà cattolica"

ROMA-ADISTA. Si aprirà il prossimo 6 ottobre, in Vaticano, l’assemblea speciale del Sinodo dei vescovi per la regione Pan-Amazzonica, convocato da papa Francesco nell’ottobre 2017, sul tema «Amazzonia, nuovi cammini per la Chiesa e per una ecologia integrale».

Sul Sinodo che metterà al centro l’impegno per le popolazioni indigene con la difesa dei loro diritti e una conversione ecologica e pastorale per la Chiesa uscirà il prossimo 10 settembre un volumetto, curato da p. Antonio Spadaro, che raccoglie i contributi di documentazione e riflessione pubblicato su Civiltà cattolica, fra cui l’intervista dello stesso Spadaro (direttore del quindicinale dei gesuiti) al card. Cláudio Hummes, che il papa ha nominato relatore generale del Sinodo. Un volumetto che può offrire una chiave interpretativa utile a comprendere lo sviluppo di questo cammino sinodale. Un Sinodo che parte dall’Amazzonia ma che riguarda tutti (Perché un sinodo per l’Amazzonia?, a cura di Antonio Spadaro, Ancora, Roma 2010, pp. 96 euro 13).

Il territorio dell’Amazzonia comprende parte di Brasile, Bolivia, Perù, Equador, Colombia, Venezuela, Guyana, Suriname e Guyana francese e rappresenta per il pianeta una delle maggiori riserve di biodiversità, di acqua dolce, più di un terzo dei boschi primari del pianeta.

Come la cronaca delle ultime settimane ha documentato, la distruzione e lo sfruttamento ambientale legato agli interessi economici e politici dei settori dominanti, soprattutto delle compagnie estrattive, rappresentano una profonda e costante minaccia per la vita in Amazzonia, con la sistematica violazione dei diritti umani fondamentali in particolare delle popolazioni indigene.

Crisi climatica ed ecologica, necessità di una Chiesa sempre più missionaria, opzione preferenziale per i poveri e mancanza di sacerdoti: occuparsi di Amazzonia significa occuparsi non di questioni locali o settoriali, ma di che futuro vogliamo per il mondo, e anche per la Chiesa. Il Sinodo è chiamato a diventare occasione di «conversione» ecologica e pastorale, che riconosca la cura del creato come parte integrante della missione evangelizzatrice e renda operativo l’impegno per un’ecologia integrale in tutte le sue dimensioni: sociale, politica, umana, ambientale, culturale, della vita quotidiana, della giustizia tra le generazioni, della spiritualità che cura.

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