
Nicaragua, la Santa Sede chiede elezioni libere ed il ripristino del dialogo nazionale
«La Santa Sede crede fermamente che sia essenziale attuare gli accordi raggiunti lo scorso marzo, tornare immediatamente a negoziati aperti e reciprocamente rispettosi ed effettuare, quanto prima, le riforme elettorali per lo svolgimento di elezioni libere e trasparenti con la presenza di osservatori». Così, dopo mesi di silenzio, il Vaticano, tramite mons. Ivan Jurkovic, osservatore permanente presso le Nazioni Unite e rappresentante della Santa Sede a Ginevra, prende posizione sulla delicata questione nicaraguense, i cui sviluppi non sembrano ancora condurre ad una soluzione pacifica tra i sostenitori del duo governativo Ortega-Murillo ed i loro oppositori dell’Alleanza Civica (si veda Adista Notizie 10, 12, 16, 24, 26/19).
L’occasione di tale presa di posizione è stata la 42.ma sessione del Consiglio dei Diritti Umani, riunitosi a Ginevra lo scorso 10 settembre, dove l'Alto commissario per i diritti umani, Michelle Bachelet, ha presentato un rapporto sulla situazione in Nicaragua in cui emerge una continua violazione dei diritti umani da parte delle forze governative e la mancanza di garanzie delle principali libertà per il popolo.
Secondo Ramón Múñoz, direttore dell'International Human Rights Network (IACHR) a Ginevra, sebbene il rapporto di Bachelet fosse già noto prima di essere presentato «è stato spaventoso per la maggior parte dei paesi democratici rappresentati lì ascoltare ciò che sta ancora accadendo in Nicaragua e per questo motivo l'inaudita negazione dei rappresentanti del regime nicaraguense ha causato un profondo dissenso» tra essi, al punto che, scrive il giornale La Prensa (10/9), persino il rappresentante del Vaticano, mons. Ivan Jurkovic, si è unito al coro delle nazioni che chiedono il dialogo e la giustizia nel paese.
«Signora Presidente - ha dichiarato mons. Jurkovic-, la Santa Sede ha seguito con grande attenzione la situazione sociopolitica in Nicaragua e ritiene che le controversie debbano essere risolte al più presto, rispettando sempre i diritti umani fondamentali e i principi sanciti dalla Costituzione del Paese».
«Per facilitare l'armonia sociale nel Paese e costruire una base per un futuro stabile di pace e prosperità, la Santa Sede raccomanda che diversi attori politici e sociali, con un rinnovato spirito di responsabilità e riconciliazione, trovino insieme una soluzione che rispetti il vero, ripristini la giustizia e promuova il bene comune», ha aggiunto.
Dopo le mosse diplomatiche di papa Francesco, che aveva rimodulato la rappresentanze della Chiesa nel Paese in senso più moderato nei confronti di Ortega (con il trasferimento di mons. Silvio Bàez, richiamato a Roma nella scorsa primavera e con la sostituzione del vescovo Bosco Vivas con mons. Socrate Rene Jiron Sándigo alla guida della diocesi di Lèon, entrambi tacciati di essere “fomentatori della ribellione”), la posizione del Vaticano si allinea ora con il coro delle nazioni che in seno alla Commissione hanno chiesto il ripristino, in Nicaragua, delle principali libertà di un popolo democratico.
*foto di nakashi tratta da Wikimedia commons, immagine originale e licenza
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