Corridoi umanitari: due giorni di confronto per "convertire" altre realtà europee
ROMA-ADISTA. Due giorni di confronto a Roma il 7 e 8 ottobre sui corridoi umanitari europei – «una vera e propria azione di lobby delle chiese europee», descrive l’agenzia Notizie evangeliche (Nev) – perché si estenda ad altri Paesi del nostro continente il progetto, avviato in Italia da due anni dalle Chiese evangeliche (Fcei) e dalla Comunità di Sant’Egidio e attivo dal Libano, che ha già portato in Europa oltre 2.700 persone di nazionalità siriana.
Dopo i saluti di Luca Maria Negro, presidente della Fcei, e di Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio, sarà la vice ministra agli Affari Esteri, Emanuela del Re, ad aprire i lavori, introducendo la prima sessione dal titolo “Corridoi umanitari, come sconvolgere creativamente le politiche europee sulle migrazioni”. Si confronteranno Paolo Naso, coordinatore di Mediterranean Hope, programma migranti e rifugiati della Fcei, Federica Brizi, responsabile dell’accoglienza della Fcei, Daniela Pompei della Comunità di Sant’Egidio, Isabelle Richard, presidentessa della Fédération de l’Entraide Protestante (Fep), Edgar Born, direttore del dipartimento migrazione della Chiesa evangelica della Westfalia.
La seconda sessione sarà focalizzata sull’esperienza dei corridoi umanitari sul campo, con Simone Scotta, operatore di MH in Libano, Vincent Cochetel, Special Envoy for the Central Mediterranean Situation dell’UNHCR, rappresentanti ed operatori di Metanoia, centro che si occupa di supporto psicologico ai beneficiari dei corridoi umanitari in Libano, rappresentanti della Ong Terre des Hommes.
Il giorno seguente, 8 ottobre, alla Camera dei deputati, alle 13, si terrà infine una conferenza stampa per rilanciare e fare il punto sul progetto dei corridoi umanitari a livello europeo.
*Foto di Capri23auto da Pixabay, immagine originale e licenza
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