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Incontro fra due “titane” della teologia: conversazione fra suor Chittister e suor Forcades

Incontro fra due “titane” della teologia: conversazione fra suor Chittister e suor Forcades

Tratto da: Adista Notizie n° 37 del 26/10/2019

40000 WASHINGTON-ADISTA. Deve essere stato un incontro ricco di emozione quello avvenuto, l’11 ottobre scorso, presso la All Souls Church Unitarian a Washington, tra due religiose benedettine di altissima levatura e notorietà, punte avanzate, persino radicali, della teologia, che si conoscevano solo da lontano: la teologa statunitense suor Joan Chittister, 83 anni, e suor Teresa Forcades, 53 anni, catalana, medico, molto attiva nel campo della sanità pubblica. Il dialogo scoppiettante, durato un’ora e mezzo e centrato sul tema della memoria e del modo in cui la manipolazione della memoria e del linguaggio opprime le donne nella Chiesa, si è svolto nell’ambito di un evento di fundraising ospitato dalla Women's Ordination Conference – organismo che promuove il sacerdozio femminile – intitolato “Radicals and the Rule”, sulla radicalità e sulla legge, ed è stato seguito e raccontato da Global Sisters Report, la piattaforma web sul mondo religioso femminile del magazine Usa National Catholic Reporter (15/10). Sulla memoria dell’esperienza e del valore delle donne ha centrato l’attenzione suor Forcades, ricordando come nei suoi studi di Medicina, negli anni ‘90, solo i nomi degli scienziati uomini cui veniva attribuita la scoperta della struttura elicoidale del DNA (Watson e Crick) fossero passati alla storia, mentre quello di Rosalind Franklin, la reale scopritrice della struttura, anni prima rispetto ai due, è stato completamente ignorato e non è stato citato nel nome ufficiale del modello: «In 30 anni, la scienza l’ha dimenticata », ha detto la teologa catalana, sottolineando invece come la Chiesa cattolica abbia preservato la memoria anche molto antica di donne straordinarie: pur lottando solo ora per affrontare l’oppressione delle donne, «ogni giorno mi mette sotto gli occhi l’esempio di una donna eccezionale». Immediata la reazione della Chittister: «Forse è un tentativo di corruzione! Uno dei più intelligenti imbrogli sessisti», ha esclamato, raccontando di quando, a 8 anni, cercava, nelle vetrate artistiche della sua chiesa, una immagine femminile. «Qui c’è un’istituzione che ha conservato la memoria di grandi donne per oltre 2000 anni », ha osservato, «ma perché un’istituzione che ha salvato la memoria, l’opera, delle donne più forti nella storia per 2000 anni non è la Chiesa che riconosce l’appartenenza di queste donne?». L’esclusione delle donne, ha risposto la Forcades, è cominciata con l’età moderna, con l’impossibilità di ricevere un’istruzione superiore e di accedere alle università. Ma l’ideale ultimo della Chiesa è la santità, che è «sempre stata aperta alle donne», ha puntualizzato, pur sottolineando di condividere la lotta per il sacerdozio femminile. Certo, ha ribattuto la Chittister, «ma chi definisce la santità? Nessuno ha mai detto che tutti dovessero essere vescovi, eppure sono riusciti a far sì che essere prete o vescovo riconfigurasse la mia ontologia, il mio modo di essere. Nel momento in cui si comincia a parlare di vocazioni superiori, ognuna con un’ontologia che l’altra non può avere, si configura un’irrazionalità radicale, di cui dobbiamo continuare a parlare». Di qui la necessità e l’urgenza, per la benedettina statunitense, di continuare a denunciare il sessismo: «La nostra sfida più grande è cominciare a tirare fuori queste idee. Da dove vengono queste definizioni della donna, e come sappiamo che sono vere? Le hanno fatte gli uomini e ci hanno detto che è così».«Dovremmo smettere di chiamare la Chiesa “Chiesa” se non capiamo cosa vuole dire», ha affermato. «La Chiesa, che significa assemblea dei fedeli», nega infatti la piena appartenenza alle donne per colpa «di una cattiva teologia basata su una cattiva biologia»; «se le donne non possono rivendicare un pronome in questa Chiesa non si potrà mai chiedere il diaconato». La superiorità sociale degli uomini non trova più alcuna giustificazione nella creazione: «È semplice biologia, per quanto mi riguarda», ha detto Chittister; il percorso verso la parità passa anche attraverso l’uso di un linguaggio non sessista nella liturgia. Per Forcades, la definizione del sé femminile può anche partire dalla preghiera quotidiana, dal silenzio e da uno spazio aperto per porsi la domanda su come vivere. È un po’ come l’alfabetizzazione: «Non significa solo imparare a leggere e a scrivere, ma come esprimere il proprio mondo, come pensare di avere qualcosa da dire, un contributo da dare».

Lo stesso giorno dell’incontro, una manifestazione della Women Ordination Conference ha ricordato il 40.mo anniversario dell’appello di suor Theresa Kane, al tempo presidente della Lcwr, l’organismo che riunisce le superiore religiose statunitensi, a papa Giovanni Paolo II (7 ottobre 1979) a includere le donne «in tutti i ministeri della nostra Chiesa». In occasione della visita di Wojtyla a Washington, suor Kane disse: «Abbiamo ascoltato il messaggio potente della nostra Chiesa sulla dignità e il rispetto di tutte le persone. Come donne abbiamo riflettuto su queste parole. La Chiesa deve rispondere offrendo alle donne la possibilità alle donne in quanto persone di essere incluse in tutti i ministeri». L’intervento fu trasmesso in tutto il mondo.

Suor Teresa Forcades e suor Joan Chittister insieme per “Radicals and the Rule” - © Women’s Ordination Conference

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