
Cardinal Schönborn: donne diacono? È possibile. Sacerdozio agli uomini sposati? Prima sviluppare il diaconato
I due temi di maggiore impatto ecclesiologico – diaconato femminile e ordinazione di uomini sposati – tanto discussi al Sinodo per l’Amazzonia che si è chiuso il 27 ottobre sono approfonditi dall’arcivescovo di Vienna, card. Christoph Schönborn, chiamato da papa Francesco a far parte della Commissione per la redazione del Documento finale dell’assise sinodale, in una lunga intervista rilasciata al settimanle francese La Vie (27/10).
In merito alla prima questione, il cardinale afferma che il diaconato «esisteva nella Chiesa primitiva» e che «c'è persino un rito di ordinazione delle diaconesse. Ma non è chiaro teologicamente se fosse davvero parte del sacramento dell'Ordine nel primo millennio. Oggi la domanda è duplice: cosa significano gli insegnamenti della Chiesa cattolica sull'unità dei tre gradi dell'Ordine: diaconato, presbiterato, episcopato? E poi: i tre gradi dell'Ordine devono essere riservati agli uomini? In effetti, la dottrina della Chiesa stabilisce solo che sacerdoti e vescovi devono essere uomini. Riguardo al diaconato, non si è pronunciata in modo definitivo. Nell'introdurre il diaconato permanente, il Concilio Vaticano II stabilì che i diaconi non fossero ordinati per il sacerdozio ma per il servizio. Se è chiaro che il diaconato non è sacerdotale e che la dottrina della Chiesa afferma che il sacerdozio è riservato agli uomini, è lecito chiedersi se è possibile ordinare donne diacono. Finché la Chiesa non si pronuncerà, è legittimo continuare la ricerca e le iniziative sull'argomento. E penso che il Papa non lo farà senza un grande consenso nella Chiesa».
Sull’ordinazione sacerdotale di uomini sposati di provata fede e dignità – i viri probati – il card. Schönborn è convinto che «il Papa non prenderà decisioni affrettate», perché è «un argomento giustamente controverso», per «motivi di tradizione, convenienza e praticità». «Invece, il Sinodo si è orientato verso un incoraggiamento del diaconato permanente, che in America Latina e in Amazzonia non è ben sviluppato, sebbene sia un'apertura che il Concilio Vaticano II ha reso possibile».
«Nella Chiesa – spiega – ci sono già uomini di provata fede sposati, con famiglia e vita lavorativa e che sono stati ordinati al diaconato. Abbiamo 50 anni di esperienza nel settore: perché in America Latina è così scarsa? Per non parlare del fatto che, se ordinati al sacerdozio, questi uomini sposati devono prima passare attraverso il diaconato, come ho ricordato nel mio discorso al Sinodo». «Lo sviluppo del diaconato consentirebbe quindi di vedere, studiando la situazione, se l'uno o l'altro possa effettivamente essere chiamato all'Ordine. Questo momento di riflessione – afferma il cardinale – è importante anche per ragioni pratiche: questi sacerdoti viri probati dovrebbero, come i diaconi viri probati, fare volontariato. Infatti, nelle chiese povere come quelle dell'Amazzonia, la Chiesa non può fornire uno stipendio adeguato alla vita di un padre di famiglia».
Il sacerdozio, dice Schönborn, non è una vocazione solo «personale»: «questa dimensione personale esiste, ma non dobbiamo dimenticare la chiamata della Chiesa e della comunità». «Con i diaconi permanenti, i diaconi viri probati, la Chiesa avrebbe un laboratorio, mentre la comunità potrebbe chiedere al vescovo: “Abbiamo bisogno di un anziano. Un tale diacono andrebbe bene, vorremmo fosse dato a noi come sacerdote ”. Sarebbe un approccio diverso da quello di una prima vocazione personale».
*Il card. Schönborn in una foto di GuentherZ, tratta da Wikipedia, immagine originale e licenza
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