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Cop25 e migranti climatici: la denuncia e l’appello di Oxfam

Cop25 e migranti climatici: la denuncia e l’appello di Oxfam

Dal 2 al 13 dicembre, a Madrid, si svolge la Conferenza mondiale dell’Onu sui cambiamenti climatici (la Cop 25), appuntamento annuale che dovrebbe definire linee guida globali e promuovere politiche di sostenibilità condivise per arrestare o ridurre al minimo il riscaldamento globale. In occasione dell’apertura del Summit, il 2 dicembre, Oxfam ha diffuso il dossier “Forced from Home”, che racconta le migrazioni interne provocate dai cambiamenti climatici e, in particolare, dalla disuguaglianza climatica, che colpisce in modo più aggressivo le popolazioni povere e meno responsabili del global warming. Si parla di 20 milioni di sfollati, uno ogni due secondi, costretti ad abbandonare le proprie case in seguito ad eventi estremi come alluvioni, cicloni, tsunami, siccità, ecc., che spesso si abbattano con violenza su territori già afflitti da povertà e conflitti.

«I Paesi ricchi stanno alimentando una crisi climatica che colpisce prima di tutto decine di milioni di persone vulnerabili in alcune delle aree più povere del pianeta e quindi non in grado di sopportare l’impatto di catastrofi naturale sempre più frequenti, repentine e violente», chiarisce in un comunicato Elisa Bacciotti, direttrice delle campagne di Oxfam Italia: Unione Europea e Stati Uniti «sono responsabili da soli del 54% del costo dei danni causati dalla crisi climatica nel sud del mondo».

Al Summit di Madrid i governi dovranno fare sul serio, lancia l’appello Oxfam, «intervenendo in supporto dei Paesi poveri, attraverso l’istituzione di un nuovo fondo per l’adattamento al cambiamento climatico». Allo stesso tempo, sarà anche necessario che i Paesi ricchi riducano drasticamente le emissioni, senza procrastinare ulteriormente decisioni radicali e necessarie. «Per questo chiediamo al governo italiano, che sta aumentando l’attenzione sul tema in ambito nazionale, di avere un maggior profilo anche in ambito internazionale. Il vertice in corso a Madrid è cruciale: se i governi che parteciperanno al summit non agiranno subito, più persone moriranno, più persone avranno fame e più persone saranno costrette a lasciare le proprie case per poter sopravvivere».

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