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Pietro Marrone, il pescatore-capitano che salva vite: intervista di MicroMega

Pietro Marrone, il pescatore-capitano che salva vite: intervista di MicroMega

MicroMega ha pubblicato ieri un’intervista a Pietro Marrone, siciliano di Mazara del Vallo, pescatore, comandante dal 2017 della nave della ong italiana Mediterranea-Saving Humans, a bordo della quale, il 18 marzo scorso, ha salvato 49 migranti, naufraghi a largo delle coste libiche, conducendoli nel “porto sicuro” di Lampedusa violando il blocco imposto da governo e Guardia Costiera italiana. Il comandante Pietro Marrone, per quel gesto, è oggi indagato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

«Le linee, nel mare, non si vedono», dice il pescatore siciliano all’intervistatore, Giacomo Russo Spena. «Quando le attraversi però lo capisci, senti che ci sono. I confini no, quelli non esistono, sono tutti mentali. Non ci sono muri, nel mare, e chi li vuole vedere vuol dire che li ha in testa. Così, quando mi hanno ordinato di fermare le macchine, con cinquanta naufraghi a bordo e con onde alte tre metri, io ci ho pensato, certo, ma non troppo a lungo. Non c’erano, in realtà, alternative ad andare avanti. Se qualcuno ci vuole morti dovrà affondarci di persona, ho pensato, come facevano i pirati saraceni tanto tempo fa. Io non mi fermo».

L’intervista, che si può leggere integralmente a questo link, è appassionata e appassionante, parla della scelta di vita del pescatore-comandante, raccontata poi nel suo libro Io non spengo nessun motore; ripercorre la parabola della ong italiana accanto al capomissione Luca Casarini, gli scontri con Salvini, la criminalizzazione della solidarietà e la guerra alle ong, accusate di essere “taxi del mare” o – nelle versioni meno aggressive – pull factor, i guai giudiziari, causati da un atto di disobbedienza alle istituzioni che nasconde in realtà una più profonda obbedienza alla legge del mare e della vita perché salvare, dice lui, è sempre giusto.

Crede fermamente nella legalità il comandante. Per questo, dice, ha rotto il blocco: «Ho rispettato infatti la legge del mare, la Costituzione del mio Paese, le leggi internazionali. Sono altri che si inventano norme che sono fuorilegge. Se mi dicono lascia morire uno in mare, oppure spegni i motori rischiando di far morire il mio equipaggio e le persone che ho a bordo, io non posso obbedire. Perché rispetto la legge. Sempre».

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