
Coronavirus: in quarantena quattro comuni del salernitano, contagio partito dai neocatecumenali
SALERNO-ADISTA. Quattro comuni del salernitano – Caggiano, Polla, Atena Lucana e Sala Consilina – sono stati messi in quarantena dal presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca con l’ordinanza n. 18 del 15 marzo 2020. Per i residenti c’è il divieto assoluto di uscire dai quattro paesi, ai non residenti invece è proibito entrare. Polizia e carabinieri vigilano agli ingressi perché l’ordinanza sia rispettata.
La misura si è resa necessaria a causa dell’alto numero di positivi al Coronavirus presenti nei quattro comuni. L’origine del contagio, ormai pare accertato, è stata provocata da due raduni dei neocatecumenali, il primo all’hotel Kristal ad Atena Lucana (28 febbraio-1 marzo), il secondo nei locali della parrocchia di San Rocco di Sala Consilina, la sera del 4 marzo, quando già era stato emesso il Decreto della presidenza del Consiglio dei ministri che stabiliva la chiusura delle scuole in tutta Italia dal 5 marzo. E nei giorni successivi, i 17 positivi partecipanti agli incontri dei neocatecumenali avrebbero continuato ad avere contatti «con un rilevantissimo numero di persone», così si legge nell’ordinanza, contribuendo così alla diffusione del virus
Per questo De Luca ha annunciato di aver dato mandato alla Asl di Salerno per procedere a denuncia nei confronti degli organizzatori e dei partecipanti al raduno spirituale, «per il danno enorme che ha prodotto sulla pelle di migliaia di cittadini, di migliaia di medici e infermieri impegnati all’ultimo respiro nella battaglia contro la diffusione del contagio».
«Il gruppo dei neocatecumenali veniva dalla Diocesi di Salerno-Acerno-Campagna – spiega mons. Antonio De Luca, vescovo di Teggiano-Policastro -. Queste persone hanno organizzato un incontro spirituale in un Hotel ad Atena Lucana dove ha avuto luogo anche la celebrazione della Santa Messa. Ho immediatamente interpellato il sacerdote di Sala Consilina che ha celebrato. Ebbene, il sacerdote mi ha garantito che sono state categoricamente rispettate tutte le norme di prevenzione impartite dal vescovo, circa l’eliminazione del segno della pace, la distribuzione della comunione sulla mano e la distanza prescritta. Inoltre ho avuto rassicurazione che nell’incontro del 4 marzo a Sala Consilina non è avvenuta alcuna celebrazione liturgica, se non un momento di catechesi, non in chiesa, bensì nei locali parrocchiali a ciò destinati. Sono molto addolorato per questa vicenda – prosegue – che incide in maniera significativa sul tessuto sociale, comunitario, economico e relazionale. Tuttavia la consapevolezza della solidarietà e del vicendevole sostegno ci porteranno fuori da questa battaglia, con l’aiuto delle istituzioni preposte, il corpo sanitario cui va la nostra gratitudine, le forze dell’ordine ed i pastori che sono rimasti presenti in maniera continua nelle comunità. Apprezzo, infine, la determinazione del governatore della Campania Vincenzo De Luca e del governo centrale, nonché l’impegno della Conferenza Episcopale italiana, perché grazie anche e soprattutto a queste misure sono sicuro che ne usciremo al più presto».
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