Nessun articolo nel carrello

PRIMO PIANO. Stati generali, Conte e la politica

PRIMO PIANO. Stati generali, Conte e la politica

Tratto da: Adista Segni Nuovi n° 26 del 04/07/2020

Non sono un fan di Conte; attenderei prima di attribuirgli la patente di statista; sarei più cauto di Zingaretti che, troppo frettolosamente, tempo fa, lo fece assurgere al rango di alto riferimento del campo progressista; non mi è facile smaltire il disagio procuratomi dalla disinvolta disponibilità con la quale Conte è passato d’un tratto dalla guida del governo giallo-verde a quella del governo giallo-rosso. Sarei decisamente più misurato. Mi esprimerei così: sulle prime è stato sottovalutato, ha imparato in fretta a muoversi con abilità nel mare agitato e difficile della politica e delle istituzioni, ha gestito bene una emergenza sanitaria senza paragoni e senza precedenti. Meglio di governanti di altri Paesi. Ma la sfida più ardua, per lui e per l’Italia, viene ora, dopo il lockdown, con l’avvio di una immane opera di ricostruzione economica, sociale, civile.

Ciò detto, sono impressionato dall’assedio politico e mediatico nei suoi confronti. C’è un di più che non mi torna. Mi colpisce l’estensione del fronte dei suoi critici; la circostanza che quelle critiche spesso sono di segno diverso e persino opposto; in molti casi rilevo una leggerezza degli argomenti con i quali lo si contesta. Un solo esempio: il suo asserito narcisismo. Concediamo che Conte ne sia davvero affetto. Ma, domando, si tratta di argomento politico di prima grandezza o non di un peccato veniale dal quale pochi politici di oggi e di sempre si mostrano immuni? O penso al coro di critiche mosse agli Stati generali dell’economia prima ancora che se ne conoscesse il programma, anche qui appuntandosi su elementi francamente marginali, di forma anziché di sostanza.

Sono i mugugni dei partiti di maggioranza agli Stati generali quelli che più meritano una spiegazione. Anche in questo caso, generici e contraddittori: pochi temi o troppi temi; più ascolto o più proposte; più concretezza o più visione; più Colao o meno Colao; ma soprattutto l’accusa di protagonismo in capo al premier... È chiaro che, a monte, c’è dell’altro, un nodo politico irrisolto: le intenzioni e il destino politico di Conte, vissuto come un ingombro anche dai partiti della sua maggioranza. Non esclusi settori del M5S, ove già è in corso la contesa per la leadership del movimento. Un’inquietudine acuita dai sondaggi che accreditano un consenso ai 5 stelle guidati da Conte intorno al 30%. Sembra che la personalizzazione, la ossessiva centratura su Conte, sia dei suoi critici più ancora che sua.

Se, come penso, questo è il nodo tutto politico del problema, la soluzione passa per una sola via, altrettanto genuinamente politica: quella, più volte evocata da Bersani, che pure è il più convinto sostenitore del governo, di adoperarsi per dare al governo stesso un orizzonte politico di cui ancora esso non dispone, di aprire un grande cantiere politico nel quale, insieme a Conte, i partiti di maggioranza (con l’eccezione di Italia Viva, del tutto disinteressata alla cosa) mettano le basi di un’alleanza strategica, di un campo di forze largo e plurale che dia corpo a una moderna sinistra di governo a vocazione maggioritaria ancorché senza la presunzione dell’autosufficienza. Cioè un campo aperto anche ad altre forze civiche e politiche, di centro e di sinistra. Vasto programma, si obietterà. Ne convengo. Un programma che domanda discontinuità sia al M5S sia al PD. Il primo dovrà darsi finalmente un profilo identitario che ponga fine alla comoda, ma alla lunga insostenibile, teoria del movimento né di destra né di sinistra, smaltendo altresì i suoi residui umori antipolitici a vantaggio di una compiuta cultura di governo e dotandosi di una classe dirigente meno improvvisata; il PD, a sua volta, dovrà fare il congresso che non ha mai fatto (non bastano le primarie di un giorno), mettendosi dietro le spalle il deragliamento della stagione renziana. Essendo il nostro un tempo affatto diverso da quello dominato dalla retorica dell’innovazione (delle opportunità, dei talenti, delle eccellenze, bla bla bla...) cavalcata dai “tardoblairiani de’ noantri”; un tempo che semmai conosce una prorompente domanda di protezione. E che dunque presupporrebbe un partito progressista non già appiattito sull’establishment, ma che si faccia carico del disagio e delle disuguaglianze sociali. Smentendo l’impressione che alle “attese della povera gente” (copyright di La Pira) sia più sensibile la destra populista. Che di deragliamento si sia trattato oggi dovrebbe risultare chiaro dall’approdo di Renzi alle posizioni e ai comportamenti di FI; e che una reale discontinuità ancora il PD non l’abbia maturata è reso evidente dalla circostanza che non pochi suoi dirigenti la pensano come Renzi e alcuni ancora a lui rispondano. Tre soli esempi: penso ai due capigruppo (ex?) renziani, a Lotti che, incredibilmente, ancora capeggia una influente corrente del partito, a Orfini – il poliziotto cattivo del renzismo, geniale artefice della cacciata di Marino dal Campidoglio e, a seguire, del trionfo della Raggi plebiscitata con il 70% – che oggi recita la parte dell’oppositore da sinistra. Solo un vero congresso potrebbe rimettere ordine nel PD, tracciare finalmente una linea, esprimere un gruppo dirigente ad essa conforme, l’opposto di un gioco tattico o opportunistico di riposizionamenti di singoli e di gruppi. Come può il PD sperare altrimenti di schiodarsi dal suo 20% guidato da gran parte di chi lo portò alla disfatta del 2018?

Di tale cantiere o meglio di tale processo politico Conte potrebbe essere il regista o almeno il facilitatore. Una terza fase anche per lui: dopo l’avvocato e il premier, chissà, magari il leader politico di un campo di forze capace di sfidare e battere la destra. Ma dovrebbe guadagnarselo. Ci riuscirà? Difficile fare previsioni ora, troppe sono le variabili e le incognite su quel sentiero. Quel che si può sostenere sin d’ora è che, solo dentro un quadro e un orizzonte politico meno precario e più condiviso da PD, M5S e LeU, Conte potrebbe essere concepito e vissuto come una risorsa e non come un problema, come coprotagonista di una evoluzione del sistema politico, meno balcanizzato, verso una sana democrazia competitiva tra due fronti alternativi. Il conflitto e persino le ambizioni sono immanenti alla politica, anche tra alleati, e dunque non ci si deve scandalizzare, ma solo la loro razionalizzazione/ sublimazione politica ci può mettere al riparo dalla avvilente guerricciola quotidiana alimentata dai protagonismi personali o di partito, essi sì censurabili, specie dentro un tornate storico tanto drammatico.  

Già presidente dell’Azione Cattolica ambrosiana ai tempi del card. Martini, Franco Monaco è stato presidente dell’associazione “Città dell’uomo”, fondata da Giuseppe Lazzati, e parlamentare del Partito democratico, membro della Commissione esteri della Camera e della delegazione parlamentare Osce

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

50 anni e oltre

Adista è... ancora più Adista!

A partire dal 2018 Adista ha implementato la sua informazione online. Da allora, ogni giorno sul nostro sito vengono infatti pubblicate nuove notizie e adista.it è ormai diventato a tutti gli effetti un giornale online con tanti contenuti in più oltre alle notizie, ai documenti, agli approfondimenti presenti nelle edizioni cartacee.

Tutto questo... gratis e totalmente disponibile sia per i lettori della rivista che per i visitatori del sito.