
Il presidente Mattarella riceve "La Civiltà Cattolica": profonda sintonia
«La Civiltà Cattolica è, da sempre, un punto di riferimento. Vi ringrazio per il contributo che la Rivista, sempre più internazionale, dà al nostro Paese sul piano del tessuto culturale e su quello della sollecitazione costante – non soltanto con richiamo ai valori – a riflettere e ad affrontare, in maniera adeguatamente approfondita, tutti i problemi che si presentano». Questa l’apertura del discorso del presidente Sergio Mattarella ai giornalisti della Cività Cattolica che, accompagnati dal preposito generale della Compagnia di Gesù, p. Arturo Sosa, sono stati ricevuti al Quirinale il 9 luglio, in occasione dei 170 della rivista. L’incontro fa seguito a quello, avvenuto nella sede del quindicinale, del 21 maggio 2015, e alla visita dei padri al palazzo presidenziale il 16 febbraio 2017 in occasione della pubblicazione del numero 4.000 della Civiltà Cattolica.
«Di questa attitudine ad approfondire i problemi e a riflettere adeguatamente – ha proseguito il capo dello Stato – c’è un enorme bisogno, nel nostro Paese come altrove. Occorrono davvero occhi nuovi per affrontare la situazione che abbiamo davanti», occorre «sviluppare in profondità il discernimento per comprendere in che modo trasferire nei comportamenti concreti e quotidiani questa percezione che si riscontra – piuttosto indefinita – di una condizione e di un destino comuni, in un mondo che, invece, sembra tentato dall’abbandono delle formule di collaborazione internazionale, di tutte le forme di multilateralismo che non evitano completamente ma, quanto meno, attenuano l’egoismo dei più forti a danno dei più deboli».
«C’è una profonda differenza tra globalizzazione e universalità», ha aggiunto Mattarella: la «globalizzazione indica una condizione in cui il confronto nel mondo avviene sul terreno dei rapporti di forza: politica, economica, militare, eccetera. L’universalità va invece nel senso della comunanza di destino e di condizioni. Però, per realizzarla e viverla, occorre riuscire a far riflettere, a far comprendere, ad avere capacità di discernimento». E proprio questo è il merito della rivista dei gesuiti: «Quello che fa La Civiltà Cattolica, proponendo su tanti piani, e ormai su tanti fronti culturali e internazionali, strumenti per riflettere e approfondire, è particolarmente prezioso».
«Siamo affezionati al Presidente – scrive la Civiltà Cattolica – sia per la sua storia personale e il suo legame con la rivista, che conosce da sempre; e lo siamo anche perché per noi rappresenta l’Italia, il nostro amato Paese. In particolare, sentiamo profonda gratitudine per la sua energica difesa della Costituzione».
«Il Saluto del Presidente – seguita la rivista – ci conferma nel nostro impegno in questa delicata fase storica. Ci onora affermando che La Civiltà Cattolica “è, da sempre, un punto diriferimento”, in particolare per il suo contributo «a riflettere e ad affrontare, in maniera adeguatamente approfondita, tutti i problemi che si presentano”. Il Capo dello Stato ci chiede, in particolare, di “sviluppare in profondità il discernimento» al fine di dare concretezza a «una condizione e di un destino comuni, in un mondo che, invece, sembra tentato dall’abbandono delle formule di collaborazione internazionale”. In tal senso il fatto che la rivista esca in più lingue da Roma è per il Presidente un forte segno di universalità che – al contrario della globalizzazione regolata dai rapporti di forza – va nel senso della comunanza di destino e di condizioni».
*Foto tratta da La Civiltà Cattolica
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