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Una “rivolta etica” per sconfiggere le mafie. Su “Famiglia Cristiana”, Pietro Grasso parla ai giovani

Una “rivolta etica” per sconfiggere le mafie. Su “Famiglia Cristiana”, Pietro Grasso parla ai giovani

«La mafia porta solo morte». Testimone diretto della ferocia della criminalità organizzata, ma anche della lunga stagione di lotta alle mafie, Pietro Grasso (senatore di Liberi e Uguali, presidente del Senato tra il 2013 e il 2018, ex procuratore) affida alle colonne di Famiglia Cristiana, da domani in edicola, un messaggio ai giovani, in occasione dell’uscita del suo libro Paolo Borsellino parla ai ragazzi (Feltrinelli, con una introduzione di Pif, regista di “La mafia uccide solo d’estate”).

Poche ore prima di essere assassinato insieme ai 5 membri della sua scorta, nella strage di via d’Amelio (19 luglio 1992), il procuratore aggiunto di Palermo, Paolo Borsellino, stava rispondendo ad una lettera inviatagli da alcuni ragazzi di una scuola padovana. «Nonostante le tensioni e i pensieri lo tormentassero», sottolinea ancora l’autore dell’articolo Pietro Scaglione, Borsellino decide di dedicare le ultime ore della sua vita ai giovani, perché «convinto che servisse un cambiamento culturale che partisse proprio dai giovani. Era convinto che servisse una rivolta etica al fine di disperdere “il puzzo del compromesso morale” e di espandere “il fresco profumo di libertà” in Sicilia e nel resto d’Italia».

Insieme al giornalista, Pietro Grasso ricorda i numerosi drammatici casi di mafia di cui è stato testimone: il giornalista Mauro De Mauro, il presidente dell’Eni Enrico Mattei, i giornalisti Giovanni Spampinato, Peppino Impastato e Mario Francese, il procuratore Pietro Scaglione (primo magistrato ucciso da Cosa Nostra), il commissario Boris Giuliano, il maresciallo Lenin Mancuso, il giudice Cesare Terranova, il segretario regionale del Pci Pio La Torre, il suo collaboratore Rosario Di Salvo, il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, il giudice Rocco con la scorta e il portiere dell’edificio fatto esplodere, il giornalista Pippo Fava, gli investigatori Beppe Montana e Ninni Cassarà, gli agenti Antonino Agostino ed Emanuele Piazza, l’imprenditore Libero Grassi. Una lunga scia di sangue che non può essere dimenticata, soprattutto dai più giovani.

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