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Sbarchi a Lampedusa: per Mediterranean Hope una

Sbarchi a Lampedusa: per Mediterranean Hope una "situazione insostenibile" che richiede l'apertura di canali sicuri

«Chiediamo a gran forza che vengano subito attivate reti anche provvisorie per l’accoglienza immediata dei soggetti più vulnerabili». Così Paolo Naso, coordinatore di Mediterranean Hope (programma migranti e rifugiati della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, presenti a Lampedusa dal 2013), nel comunicato del 30 agosto diffuso dall’agenza NEV (Notizie Evangeliche). «Dopo lo sbarco di questa notte, con oltre 300 persone arrivate a Lampedusa, la situazione sull’isola è innegabilmente insostenibile, in primis per i migranti, costretti, dopo quello che hanno passato, in una struttura sovraffollata ma anche per i residenti e i turisti – dichiara Paolo Naso –. Noi dal canto nostro siamo impegnati negli sbarchi, ad aiutare le associazioni e le istituzioni a gestire i primi momenti degli arrivi di queste persone.

«Come chiese protestanti siamo pronte a collaborare con le istituzioni e le altre associazioni per cercare soluzioni legate a questa urgenza – prosegue –. Siamo di fronte a un’emergenza che era però del tutto prevedibile, date le condizioni in Tunisia e in Libia. Ribadiamo che l’unica strategia di contrasto alle migrazioni “irregolari” è quella di aprire canali legali, sicuri e gestiti a livello europeo».

Nel frattempo, sottolinea Paolo Naso, «la nostra massima solidarietà a chi continua a salvare vite nel Mediterraneo. Mentre altri gridano parole d’odio, che rischiano di chiamare violenza, noi scegliamo l’accoglienza». Non manca infine la manifestazione di «cordoglio, infine, per la giovane vittima, portata a Lampedusa ieri dalla Louise Michel, per la quale stamattina a Lampedusa abbiamo svolto un momento di raccoglimento e ricordo».

*"Porta di Lampedusa - Porta d'Europa", monumento per i migranti deceduti e dispersi in mare di Mimmo Paladino. Foto di Vito Manzari tratta da Elickr, immagine originale e licenza

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