
Migranti sulla rotta balcanica: un appello alle istituzioni europee
Prosegue la mobilitazione della società civile in sostegno dei diritti dei migranti che tentano di raggiungere l’Europa, in particolare attraverso la rotta balcanica. Il Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani e il Centro Diritti Umani “Antonio Papisca” dell’Università di Padova si dicono «profondamente indignati e preoccupati per le brutali violenze, pestaggi, torture e sofferenze inflitte sistematicamente alle persone che giungono ai confini dell’Europa, e in particolare della Croazia, attraverso la rotta balcanica ampiamente documentate da giornalisti, operatori umanitari e osservatori internazionali». E lanciano l’appello «all’Unione Europea, al Consiglio d’Europa e a tutte le agenzie internazionali delle Nazioni Unite per mettere fine a questo intollerabile scandalo».
«Il rispetto della dignità umana viene prima di ogni altra cosa», affermano gli organismi, appellandosi alla Dichiarazione universale di diritti umani, alla Convenzione sui rifugiati del 1951 (che proibisce i respingimenti arbitrari), ai valori fondativi dell’Unione e alla Costituzione italiana. Le organizzazioni sottolineano «che il rispetto della dignità e vita umana è un obbligo legale e morale, che la ricerca di asilo e di protezione è un diritto umano fondamentale di ogni persona e che i respingimenti generalizzati sono illegali».
In particolare chiedono all’Ue di «mettere a disposizione immediata le risorse economiche e le strutture necessarie per soccorrere le persone bloccate in condizioni disumane nel nord ovest della Bosnia e assicurare almeno il rispetto della loro dignità»; «utilizzare tutte le misure necessarie per mettere fine alle violenze delle polizie coinvolte nei respingimenti fermando altresì i respingimenti a catena, le riammissioni e le espulsioni collettive e garantendo a tutti l’accesso alla procedura di asilo»; «sostenere con concreti aiuti e programmi economici gli Enti e le comunità locali della Bosnia ed Erzegovina dove si concentrano i rifugiati e richiedenti asilo in transito».
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