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Nella “Dichiarazione di Matera”, principi condivisibili ma nessuna strategia

Nella “Dichiarazione di Matera”, principi condivisibili ma nessuna strategia

Nel meeting dei ministri degli Esteri e dello Sviluppo delle prime 20 economie del mondo, che si è tenuto a Matera il 29 giugno scorso, si è discusso di tante cose, anche di rilancio del multilateralismo, lotta alla fame nel mondo, riduzione di povertà e disuguaglianze, distribuzione dei vaccini a livello globale, post-pandemia e di Africa. Anche la “Dichiarazione di Matera”, adottata dai cinquanta ministri degli Esteri e dello Sviluppo del G20, esprime ottimismo e punta alto sul tema dello sviluppo globale sostenibile, intorno ai tre pilastri «persone, pianeta e prosperità».

I poveri aumentano in continuazione, «da 624 a 688 milioni dal 2014 al 2019», e la pandemia non ha fatto altro che aggravare questo quadro già poco incoraggiante, aggiungendo più di 100 milioni di persone all’esercito degli affamati nel mondo. A margine dell’incontro di Matera, Oxfam lancia l’allarme: «La Dichiarazione adottata oggi», afferma Francesco Petrelli (policy advisor di Oxfam Italia) – «manca di una strategia che metta in campo azioni rapide ed efficaci volte a contrastare l’aggravamento di una situazione che già prima della pandemia aveva evidenziato una crescita nel numero di persone che soffrono la fame. Certamente il documento ha il merito di aver formalizzato alcuni impegni rilevanti sul tema della sicurezza alimentare alla luce degli impatti provocati dalla pandemia, ma nessuna decisione che ne concretizzi l’azione (ancora tutta da costruire!) è stata presa, né sono state date indicazioni su possibili fonti di finanziamento».

Il G20 di Matera ha sottolineato l’importanza di sostenere «l’empowerment di donne e giovani in ambito rurale», di «rafforzare i sistemi di protezione sociale», di riconoscere la «centralità della finanza climatica». Ma non ci dice come, e soprattutto con quali risorse, farlo, in particolare nei Paesi a basso reddito dove effettivamente mancano le risorse necessarie per mettere in piedi politiche credibili.

La Dichiarazione ha poi “dimenticato”, denuncia ancora Petrelli, di sviluppare «un’azione coordinata per impedire una nuova ondata di quei fenomeni speculativi sui prezzi dei generi alimentari, denunciati dalla stessa Fao. L’appello a tenere i mercati aperti è importante, ma insufficiente in assenza di una decisa azione anti-speculativa, che le 20 maggiori economie del mondo potrebbero effettivamente realizzare. Manca inoltre un impegno sulla necessità di spezzare il nesso fra fame e guerra, uno dei fattori che provoca l’insicurezza alimentare in molti Paesi».

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