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cosa abbiamo in Comune

cosa abbiamo in Comune

Tratto da: Adista Segni Nuovi n° 28 del 24/07/2021

LUOGHI CIVICI, LUOGHI DEL CUORE

«Esistono luoghi straordinari che generano legami e sprigionano energia. Luoghi dove l’incontro fra presenza, cura, calore e bellezza è possibile. Sulla linea tra passato, presente e futuro». Sono i “luoghi del noi”, in cui la comunità si fa sentire e – insieme – le persone si sentono partecipi e attivi, proponendo attività di cura e di valorizzazione. Le “piazze civiche” (ma non solo piazze) riguardano tutti. Costruiscono legami speciali, alimentano memorie e favoriscono impegno. Grazie a un’iniziativa della Fondazione Italia sociale è nata un call per la mappatura e la promozione dei luoghi civici italiani: in forma singola o associata si possono proporre questi luoghi a becivic.it/civic-places/: le segnalazioni verranno vagliate dal Comitato di valutazione che rilascerà la certificazione di CIVIC. Una sorta di “bandiera blu” assegnata non dagli esperti, ma da una “giuria popolare”, dotata soprattutto di conoscenza ed esperienze vissute.

LE CITTÀ SI SCAMBIANO BUONE PRATICHE

Manchester è stata la prima, in Europa, a mobilitare arte e cultura per «fare educazione diffusa alla sostenibilità». In Italia ha fatto strada Mantova e, con il progetto C-Change Urbact, ha avviato un’azione di «sensibilizzazione sul territorio a partire dalla creazione di un percorso di partecipazione civica». Questo modello ora diventa diffuso e condiviso, grazie al bando National Practice Transfer Initiative promosso dall’Anci in qualità di Punto Nazionale del programma Urbact per l’Italia. Il bando è stato vinto dai comuni di Cuneo, Sestri Levante, Rovereto, Ferrara, Siena, Avellino e Corigliano- Rossano; diverse dimensioni, da Nord a Sud capaci «di esprimere la diversità dei contesti e delle sfide urbane del nostro paese». «La rete di trasferimento nazionale – scrivono l’Anci - avvierà ufficialmente le sue attività il 1° giugno». Le città vincitrici «saranno impegnate fino a dicembre 2022 nella partecipazione a incontri di scambio e visite-studio, ma anche in una serie di webinar che consentiranno di condividere con altri Comuni italiani tematiche e conoscenze emerse nell’ambito del processo di trasferimento. A livello locale, i Comuni selezionati saranno chiamati ad avviare un processo partecipativo diffuso attraverso la creazione di un URBACT Local Group composto dagli attori del territorio coinvolti sui temi del progetto, e progetteranno azioni-pilota da realizzare sul territorio per mettere in pratica gli elementi principali emersi dall’esperienza di Mantova».

NASCE LA RIVISTA DELLE BUONE PRATICHE

Dall’approccio di scambio, di network, nasce una domanda: “perché non nella mia città?” Che si traduce in una rivista europea (v. https://bit.ly/3e08nIz ). Bella, condivide storie positive di 23 città che hanno trasferito e adattato le buone pratiche urbane ai loro contesti locali imparando dai colleghi dell’Ue nel primo round delle reti di trasferimento URBACT III.

«Questa pubblicazione – si legge nella presentazione – testimonia gli sforzi di quelle città per “comprendere, adattare e riutilizzare” le buone pratiche. Che si tratti dell’adozione di una piattaforma cittadina online che premia il riciclo, come Zuglo distretto di Budapest; o come l’irlandese Cork che ha rivoluzionato il suo approccio allo spazio pubblico, alla salute e alla pianificazione, adattando il paradigma “ludico” di Udine (IT), i risultati sono evidenti. Le storie provengono da città di tutte le dimensioni e coinvolgono città di regioni più o meno sviluppate d’Europa. Sono organizzati secondo le tre dimensioni della Nuova Carta di Lipsia: città “verdi”, “giuste” e “produttive”». 

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