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L’incredibile gaffe di “Radio Maria” con don Vitaliano Della Sala

L’incredibile gaffe di “Radio Maria” con don Vitaliano Della Sala

Tratto da: Adista Notizie n° 28 del 24/07/2021

40746 MERCOGLIANO (AV)-ADISTA. Radio Maria trasmette in diretta ogni settimana diversi appuntamenti di preghiera, realizzati in esterno presso parrocchie, santuari, ospedali, carceri, seminari, istituti e case di riposo. Si tratta per lo più di rosari, vespri e messe. Le parrocchie possono mandare la loro richiesta all’emittente per ospitare Radio Maria e consentirle di trasmettere una diretta. Oppure è la radio stessa che prende contatti in tutta Italia per organizzare le proprie trasferte.

È capitata questa seconda circostanza, a maggio, al parroco della Santissima Annunziata in Mercogliano, don Vitaliano Della Sala. I lettori di Adista, e non solo, sanno bene chi è don Vitaliano, il prete irpino da sempre in prima linea nella denuncia delle ingiustizie, fuori e dentro la Chiesa. Fu a fianco del suoi parrocchiani, a S. Angelo a Scala, per denunciare i ritardi della ricostruzione post-terremoto; degli zapatisti messicani guidati dal subcomandante Marcos; della causa palestinese, di quella irakena, dei migranti oppressi dalla legge Turco- Napolitano e Bossi-Fini, dei movimenti che da Seattle in poi lottavano per un altro mondo possibile, delle persone Lgbt che reclamano pieno riconoscimento nella Chiesa, ecc. Nel 2000 don Vitaliano fu invitato a parlare proprio al World Pride che si svolgeva a Roma, nell’anno giubilare. Il suo intervento, la circostanza in cui lo fece e soprattutto il riferimento polemico al card. Angelo Sodano, accusato dal palco per il ruolo svolto in Cile durante gli anni della dittatura di Pinochet, causarono a don Vitaliano la sospensione a divinis. Reintegrato dall’allora vescovo di Avellino mons. Francesco Marino (sotto la cui giurisdizione era passato il territorio prima amministrato dall’abate di Montevergine), dovette attendere fino al 2018 per riavere una parrocchia.

Ora, nel maggio scorso, don Vitaliano ha ricevuto la richiesta di Radio Maria di ospitare nella parrocchia da lui guidata la diretta della messa del mattino. Sorpreso, ma per nulla contrariato, don Vitaliano aveva dato ampia disponibilità. La data stabilita era il 2 luglio. Erano stati fatti i sopralluoghi e le prove tecniche di rito, ma pochi giorni prima dell’evento, al par roco irpino è arrivata l’imbarazzata telefonata del vice direttore della radio, che annullava l’appuntamento a causa della biografia del parroco di Mercogliano, ritenuta evidentemente incompatibile con Radio Maria (pare che padre Livio Fanzaga, storico direttore della radio, quando ha saputo che l’emittente aveva contattato don Vitaliano sia andato su tutte le furie).

Da diversi anni ospita le dirette di Radio Maria anche una parrocchia vicina a quella di Mercogliano, la parrocchia della Beata Vergine Maria in Avellino, dove è parroco p. Franco Giovanni Bigotto, dell’ordine dei frati minori. Che però, quando ha saputo di ciò che era accaduto a don Vitaliano, ha deciso di prendere carta e penna per scrivere il suo disappunto a p. Livio, e per conoscenza al suo vescovo, oltre che allo stesso don Vitaliano. Dopo aver premesso la sua gratitudine per il servizio della radio e l’impegno dei volontari che rendono possibili le dirette delle messe e delle preghiere da tutto il territorio nazionale, p. Franco ha manifestato – queste le sue parole – «tutta l’amarezza che porto nel mio cuore »: «Fermo restando che la redazione di una radio possa abolire quando vuole e come vuole una trasmissione, ma perché questa decisione non è stata presa a tempo debito, visto che da due mesi già eravate a conoscenza del luogo, e soprattutto chi avrebbe presieduto tale celebrazione? A questa domanda fatta dal responsabile dello Studio mobile di Avellino, a chi di dovere, non è giunta una risposta esauriente. Solo dopo diverse e numerose insistenze, è stato risposto che il problema non era il luogo, ma il presidente della celebrazione, con l’aggiunta di questa frase: “Capisci noi siamo legati alla Chiesa e al Vaticano”». «Possibile mai – si chiede p. Franco – che quel parroco dei monti Irpini abbia spaventato tanto, quasi come “lupo famelico”, un’emittente radiofonica cosi popolare, e tanto seguita? Riallacciandomi a quella frase: “Capisci noi siamo legati alla Chiesa e al Vaticano”, mi preme ricordare a Lei e a chi ha dato questa risposta, che il rev. don Vitaliano Della Sala è un presbitero validamente ordinato, e che celebra e amministra i sacramenti come tutti gli altri preti. Inoltre in diocesi è parte integrante del presbiterio di questa venerabile Diocesi, e ricopre numerosi incarichi riguardanti l’aspetto caritativo della Diocesi la gestione organizzativa sia della mensa del povero, che del dormitorio diocesano che ogni sera ospita numerosi tra senza tetto ed immigrati». Al di là delle vicende canoniche che hanno riguardato don Vitaliano, scrive p. Franco, c’è «il tanto bene che questi ha operato e continua ad operare. Sono tante le campagne di pace alle quali ha partecipato mettendo a rischio la propria vita; raggiungendo numerosi Paesi e fratelli colpiti dalla guerra, dalla povertà, e soprattutto da ingiustizie politiche, cito alcuni Palestina, ex Jugoslavia, Iraq, Messico, Albania, Kurdistan. In questi luoghi si è sporcato le mani con la “miseria umana”, in quei luoghi di morte che si è guadagnato un titolo, forse unico titolo con il quale dovrebbe essere ricordato: il “prete degli ultimi” alzando anche la sua voce in difesa dei diritti umani e della pace». «Spero e voglio credere nel fatto – scrive il parroco avellinese rivolgendosi a don Livio Fanzaga – che Lei di questa storia non sapesse nulla, e che tale decisione sia stata presa da qualche suo fidato collaboratore, ma se Lei ha condiviso tale scelta, a mio avviso, nella libertà dei figli di Dio, Le dico che avete commesso un grave errore. Non far esprimere una persona, che, ripeto, voi stessi avete invitato è stata una mancanza di carità e di educazione non solo nei confronti di questo confratello, ma soprattutto della diocesi e del vescovo, mettendo in dubbio anche le scelte che quest’ultimo ha preso qualche anno fa». 

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