
Alluvione in Germania: troppa timidezza nella sfida ai cambiamenti climatici
La cosiddetta “alluvione del secolo”, che ha colpito Germania e Belgio nei giorni scorsi provocando numerose vittime, dispersi e ingenti danni, rappresenta l’ennesimo campanello d’allarme che dovrebbe spingere i Paesi ricchi – spesso ignari o ciechi di fronte a simili disastri in giro per il mondo – ad imprimere una svolta decisiva sul fronte del contrasto ai cambiamenti climatici.
Nessuno è al sicuro, avverte il WWF in un comunicato del 16 luglio scorso, nemmeno la Germania, che sul fronte della tutela del territorio ha attuato politiche avanzate. «Non c'è più tempo e l’azione climatica va accelerata a ritmi esponenziali se vogliamo evitare le conseguenze più pericolose e ingestibili», come quelle a cui abbiamo assistito nei giorni scorsi. In particolare il WWF sottolinea che l’obiettivo Ue della riduzione delle emissioni entro il 2030 e l’azzeramento entro il 2050 e decisamente troppo ottimistico: «L’azzeramento delle emissioni (mitigazione) va attuato nel più breve tempo possibile», e a questo occorre rapidamente introdurre politiche basate sul «ripristino degli ecosistemi fluviali e sul recupero degli spazi che abbiamo rubato ai fiumi» (circa 2000 kmq dal Dopoguerra ad oggi, dice il WWF).
Troppo poco si fa in Italia in tale direzione, «e ancora troppi sono gli interventi che vengono realizzati nei nostri corsi d'acqua assolutamente inadeguati (canalizzazioni e tombinature di corsi d'acqua, ancora consumo di suolo lungo le fasce fluviali, traverse, dighe, taglio della vegetazione ripariale, escavazioni in alveo con la scusa della manutenzione idraulica...) e di cui subiremo le conseguenze presto». Il territorio italiano è ormai estremamente vulnerabile «e possiamo star certi che da questa tragica emergenza dell’alluvione passeremo alla siccità, come sta avvenendo con sempre più frequenza da diversi anni».
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