
Vaticano: due donne, una premio Nobel e un’esperta di clima, nell’Accademia delle scienze
Fra la fine di luglio e l’inizio di agosto papa Francesco ha nominato due scienziate come nuovi membri della pontificia Accademia delle Scienze (nella foto). Si tratta di Susan Solomon, 65 anni, e di Donna Theo Strickland, 62 anni. La Solomon è una chimica del Massachusetts Institute of Technology (MIT) e, secondo la Sala stampa della Santa Sede, “il suo nome è collegato alle ricerche che hanno prodotto acquisizioni importanti in merito alle cause del buco nello strato di ozono antartico”. La studiosa si è formata all'Illinois Institute of Technology poi all'Università della California (Berkeley) dove ha conseguito il dottorato nel 1981. Si è quindi interessata al problema del buco nell'ozono e ha guidato diverse spedizioni pionieristiche in Antartide.
Da sottolineare che il suo lavoro è alla base del Protocollo di Montreal delle Nazioni Unite, un accordo internazionale firmato nel 1985 volto a proteggere lo strato di ozono dalle sostanze tossiche che lo danneggiano. È una degli scienziati dell'IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), l'agenzia Onu per il cambiamento climatico, l’organismo è stato insignito del Premio Nobel per la pace nel 2007.
Donna Theo Strickland, invece, ha ricevuto il Premio Nobel per la Fisica nel 2018 per le sue ricerche sulla fisica dei laser. È la terza donna a ricevere un premio Nobel per la fisica dalla creazione del premio nel 1901. La prima fu Marie Curie nel 1903 seguita nel 1963 da Maria Goeppert-Mayer. La professoressa Strickland insegna fisica all'Università di Waterloo in Canada. Secondo quanto riporta il sito d’informazione vaticano vaticannews, «nell’ottobre 2018, con il professor Gérard Mourou è stata insignita del Premio Nobel per la Fisica per aver inventato, nel 1985, l’amplificazione a impulsi chirp per laser, impulsi ottici ultracorti e ad alta intensità con i laser che vengono utilizzati in milioni di interventi di chirurgia oculistica correttiva eseguiti ogni anno in tutto il mondo, in particolare quelli della miopia». «A lei e Mourou – si spiega - è stata riconosciuta la scoperta del metodo ‘per generare gli impulsi laser più brevi e intensi creati dall'umanità’, come recitava la motivazione del Nobel. Esso ha consentito la progettazione di ‘strumenti di precisione avanzati che aprono la porta a nuove aree di ricerca e a una moltitudine di applicazioni mediche e industriali’».
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