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Caro bollette: governo spettatore o protagonista del cambiamento?

Caro bollette: governo spettatore o protagonista del cambiamento?

L’Osservatorio sulla Transizione Ecologica (composto da Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, associazioni Laudato si' e Nostra!), dopo la polemica sulle aperture governative al nucleare civile, torna a puntare il dito contro il ministro della transizione ecologica, Roberto Cingolani, con una dichiarazione di Alfiero Grandi e Massimo Scalia. L’annuncio di nuovi e pesantissimi rincari sulle bollette dell’energia elettrica fa infuriare le associazioni: «Il Ministro Cingolani ha un atteggiamento difficile da capire», accusano Grandi e Scalia: «Parla di aumenti del costo dell'energia del 40%, terrorizzando cittadini e imprese. Dovrebbe invece rassicurare» e «dovrebbe chiarire che gli aumenti verranno contrastati con adeguate coperture».

Tra parentesi, tornano a sottolineare i rappresentanti del Coordinamento, per fortuna che il referendum del 2011 ha bloccato i progetti sul nucleare civile francese, un «bidone che Sarkozy voleva rifilarci» e che oggi avrebbe prodotto inefficienza e ulteriori «costi insopportabili in bolletta».

Secondo le associazioni che compongono il Coordinamento «si possono contenere i contraccolpi per i consumatori e le imprese utilizzando i maggiori prelievi dai produttori di CO2, che vanno disincentivati e i cui maggiori esborsi debbono andare a beneficio dei cittadini e del Paese». Ricordando che alcuni Paesi hanno messo mano alle riserve nazionali per contrastare l’aumento dei costi in bolletta, il comunicato ribadisce che «il mercato speculativo può essere contrastato e questa fiammata è anche frutto della pressione di chi non vuole la svolta dai combustibili fossili alle rinnovabili. Draghi farebbe bene ad occuparsene perché se parte una fiammata inflazionistica come questa ci saranno contraccolpi pesanti sulla vita delle persone, sul Pnrr e la sua credibilità per la svolta ecologica dell'economia».

Grandi e Scalia invitano il ministro Cingolani ad imprimere un’accelerazione al piano di investimenti sulle rinnovabili. Per ora, dicono ancora, «ha detto che siamo a un decimo degli investimenti nelle rinnovabili che dovremmo fare, quindi per arrivare al livello necessario occorre un'iniziativa straordinaria di cui per ora non c’è traccia pubblica. Mentre il Ministro crea inutilmente allarme sul nucleare sembra fare da spettatore alla fiammata inflazionistica. Cui prodest? A quanti resistono alla fine dell'uso delle fonti fossili?».

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