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Dall'Afghanistan all'Africa, comunicare le migrazioni: all'incontro di Medu si parla di rotte migratorie

Dall'Afghanistan all'Africa, comunicare le migrazioni: all'incontro di Medu si parla di rotte migratorie

Sarà il circolo Arci di Peretola a Firenze, ad ospitare, sabato 2 giugno alle 17.30, il dibattito dal titolo "Rotte migratorie e canali umanitari: quali risposte dall'Africa sub sahariana alla crisi afghana", promosso da Medici per i Diritti Umani (Medu) in occasione della sua Assemblea Generale. I posti sono limitati per via del dovuto distanziamento (info e prenotazioni: co-firenze@mediciperidirittiumani.org), ma sarà possibile seguire l’evento anche sulla pagina Facebook di Medu.

«Da alcuni anni l'Assemblea annuale di Medu si chiude con un dibattito pubblico, momento di riflessione sui temi che riguardano il diritto alla salute e i diritti umani in generale», spiega Medu nel comunicato di invito all’evento, diramato il 29 settembre. «Quest'anno la nuova crisi afghana riporta alla ribalta questioni che ciclicamente, come operatori del terzo settore, chiediamo di affrontare nelle agende politiche nazionali e internazionali».

A provocare crisi umanitarie nell’Africa subsahariana concorrono molteplici fattori, locali e globali, come il cambiamento climatico, le carestie, la scarsità d’acqua, le guerre, la proliferazione del terrorismo, le crisi economiche e politiche, ecc. «Nel lavoro di MEDU in Italia ma anche all'estero lungo le rotte migratorie – si legge ancora nella nota – ascoltiamo, curiamo e orientiamo persone che fuggono da queste calamità ormai da anni».

Le crisi che provocano spostamenti di massa nel mondo sono tante e tutte drammatiche. Però, denuncia Medu, «se per l'ultima crisi afghana assistiamo ad un'ondata di empatia verso i rifugiati, quantomeno donne e bambini, con la tempestiva apertura di canali umanitari e di percorsi di accoglienza, in situazioni simili questo non accade obbligando le persone in fuga a viaggi drammatici che durano mesi o anni e in cui si subiscono violenze indicibili».

Il problema è dunque come narrare le migrazioni nella quotidianità, al di là delle emergenze che di tanto in tanto vengono cavalcate a livello mediatico: durante l’incontro, chiarisce ancora Medu, «rifletteremo assieme sul modo di comunicare le migrazioni, sul contesto storico non di emergenza, ma di consuetudine in cui le migrazioni da sempre esistono e sulle politiche securitarie ed emergenziali che invece di agevolare percorsi di accoglienza sicuri e positivi, consegnano i migranti nelle mani della discutibile guardia costiera libica, ai carcerieri nelle sponde sud del Mediterraneo e al tentativo di attraversare il più pericoloso tratto di mare del nostro tempo alla ricerca di una vita migliore».

Al dibattito parteciperanno Anna Meli (responsabile comunicazione e raccolta fondi Cospe), Luciano Griso (responsabile progetto "Corridoi Umanitari in Libano" per Mediterranean Hope, programma della Federazione Chiese Evangeliche in Italia), Alberto Guariso (avvocato, membro del Consiglio Direttivo di ResQ), Antonio Ciniero (docente di Globalizzazione dei fenomeni migratori presso l'Università del Salento). Modera Marie-Aude Tavoso (presidente Medu).

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