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Killer robots: delusione e prospettive dopo il meeting di Ginevra

Killer robots: delusione e prospettive dopo il meeting di Ginevra

Tra il 13 e il 17 dicembre scorso, a Ginevra, si è tenuta la sesta Conferenza di revisione della Convenzione sulla proibizione o la limitazione dell'uso di alcune armi convenzionali (CCW), che avrebbe dovuto decidere, tra l’altro, se dare mandato alla realizzazione di un strumento giuridicamente vincolante per la messa al bando dei cosiddetti killer robots, armi “intelligenti” autonome che possono individuare e colpire obiettivi indipendentemente dalla volontà umana (qui un articolo di Adista con la posizione della Missione di Osservatore permanente della Santa Sede all’Onu di Ginevra).

Purtroppo, segnala la Rete Italiana Pace e Disarmo in una nota li giorno dopo la chiusura dei lavori a Ginevra, «a causa dell’ostruzione di una manciata di Stati non si è giunti ad un concreto progresso sulle armi autonome in ambito CCW, nonostante la volontà della maggioranza dei Paesi». In particolare Usa e Russia, prosegue il comunicato, «che già investono pesantemente nello sviluppo di armi autonome, sono impegnati a utilizzare la regola del consenso alla Convenzione delle Nazioni Unite sulle armi convenzionali (CCW) per tenere in ostaggio la maggioranza della comunità internazionale» e così «la Sesta Conferenza di revisione CCW ha adottato un mandato che è scandalosamente al di sotto del risultato di cui il mondo ha bisogno».

Il largo consenso internazionale riscontrato intorno all’adozione di un trattato vincolante, però, lascia aperte le «speranze per l'inizio di negoziati per un Trattato nel 2022». È questo l’auspico di Verity Coyle di Amnesty International, che ha dichiarato: «Mentre la ricerca e i test su queste armi proseguono, la finestra di opportunità per regolamentarle diventa sempre più piccola. La CCW ha dimostrato ancora una volta la propria incapacità di fare progressi significativi: è ora che gli Stati prendano dunque l'iniziativa di un processo esterno alla Convenzione che possa fornire il tipo di svolta che abbiamo già visto per le mine terrestri e le munizioni a grappolo».

A partire dal fallito del summit Onu, l’unica possibilità, si evince dal comunicato, sembra essere quella di radunare una nuova leadership internazionale – in dialogo con il mondo scientifico e con la società civile – capace di produrre accordi vincolanti, regionali ma anche bilaterali. Al fine di spingere la comunità internazionale sulla strada di un trattato internazionale contro i killer robots: Richard Moyes (della campagna Stop Killer Robots) ha sottolineato: «I leader di governo hanno bisogno di tracciare una linea morale e legale per l'umanità contro l'uccisione di persone da parte delle macchine. Una chiara maggioranza degli Stati vede la necessità di assicurare un controllo umano significativo sull'uso della forza. È il momento per loro di esercitare una leadership positiva al fine di prevenire le catastrofiche conseguenze umanitarie dei robot assassini».

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