
PRIMO PIANO. Cronache dal futuro: nuove varianti, vecchie costanti
Tratto da: Adista Segni Nuovi n° 2 del 22/01/2022
La casetta vittoriana che abbiamo acquistato alla periferia nord di Chicago, a due isolati dal Lago Michigan, ha il terzo piano mansardato. L’abbiamo ristrutturato e ne abbiamo ottenuto tre vani. Uno studio per me, zeppo di libri e di memorabilia dei viaggi compiuti nelle mie vite precedenti, in cui quasi non entro per mancanza di spazio – e perché d’inverno, nonostante l’isolamento, si gela; un bagno completo con vasca, ma senza bidet, perché la cultura anglosassone non lo contempla; un ampio vano soggiorno (ex zona ospiti) con divano letto, un tavolino di sequoia, due poltrone comode, da una delle quali faccio lezione, ricevo gli studenti e parlo con la psicologa. Via Zoom. Da mesi ormai non esco dal mansardato.
Non ci sono finestre, ma lucernai con vetri antisfondamento. Così vedo se è giorno o se è notte e che tempo fa fuori (si sente bene quando piove). Il laptop è la mia interfaccia con il mondo umano esterno.
Le donne di casa, meno a rischio, escono a fare la spesa e mi lasciano cibo e biancheria pulita davanti alla porta a vetri che separa il mansardato dalle scale ex di servizio. Per i cibi, ho due spray disinfettanti a base alcolica, uno zuccherato e uno salato, con i quali per sicurezza tratto ogni vivanda. Per la biancheria c’è meno pericolo, anche se nessuno più stira le camicie, tanto, online non si vede.
La Madre di tutte le varianti, battezzata Omega perché ritenuta essere l’ultima, è ormai chiaro che è stata creata in un laboratorio in Corea del Sud, con forti finanziamenti nordamericani. Com’è noto, colpisce gli uomini dieci volte più che le donne e ha di mira omosessuali, comunisti, ebrei e simpatizzanti. L’ultima categoria, avendo confini labili e permeabili, è quella più a rischio per le persone come me ed è quella fra cui si contano più vittime a livello planetario.
È anche ben noto che, durante la preparazione del nuovo virus, agenti speciali del Mossad ne hanno ottenuto la mappatura genetica e quindi, in un laboratorio ultrasegreto israeliano, è stata prodotta la variante Omega-bis. Come non esiste un “Sigillo della Profezia” nel senso che all’ultimo profeta segue sempre un altro, così non può esistere un’ultima variante. Quindi, con una lieve modifica genetica, fermo restando tutto il resto, non più ebrei, ma musulmani sono una delle categorie minacciate dall’Omega-bis.
Questo ha fatto tirare un sospiro di sollievo in molti ambienti della destra, preoccupata che la profezia di Boumediene (“Conquisteremo l’Europa con il ventre delle nostre donne”) e la politica di espansione e sostituzione etnica di un Erdogan e di altri si realizzassero. I costruttori di Omega, infatti, nel loro laboratorio coreano, non avevano pensato alla minaccia islamica per la cultura occidentale: con la nuova variante si stanno riequilibrando le sorti del pianeta. E se poi si rimane (ricordate Peter Sellers nel Dottor Stranamore?) con dieci donne per ogni uomo, le cose non andranno poi tanto male. Specialmente se, appunto, i sopravvissuti saranno “veri uomini”.
Per che cosa ricorderemo il 2022? Forse per il ritorno degli zombie plastificati sulla scena politica italiana o per la crisi elettorale del partito democratico in Usa, anticamera dei previsti trionfi repubblicani nel 2024? Che cosa fa più paura, le nuove varianti o le vecchie costanti?
Dio del cielo, quando ci hai provato l’altra volta, con il diluvio, non Ti è venuto universale e alla fine, nel Genesi, lo hai detto chiaro e tondo che lo scopo di trasformare gli umani era fallito. Poi, degli esegeti hanno spiegato che non volevi farci fuori tutti, ma solo i giganti, figli mostruosi degli angeli traditori e delle donne, colpevoli solo perché belle, i quali si erano resi a loro volta colpevoli di consumare il sangue delle loro vittime. Altri invece hanno detto che hai fatto fuori solo i costruttori folli della torre di Babele, colpevoli questi di volerTi raggiungere con modi poco ortodossi.
Poi, con l’apocalittica, ci hai fatto capire che hai modificato le tattiche, se non la strategia generale. Ti sei riservato, magari tramite un Messia, il trionfo finale, ma nel frattempo hai deciso che non valeva la pena sporcarTi le mani – e nemmeno quelle dei Tuoi angeli santi. La Grande Prostituta non è distrutta dall’Agnello, ma è sbranata e bruciata dai suoi stessi amanti, più o meno bestiali. Le forze del male si combattono e distruggono fra loro. È quindi inutile chiederTi un nuovo e più efficace diluvio. Ci stiamo già pensando noi. In tutti i sensi. Sarà anche vero che è la prima volta in vent’anni che gli Stati Uniti non sono ufficialmente coinvolti in una guerra combattuta apertamente, ma forse davvero lo sai solo Tu quanti sono al momento i focolai di guerra per procura, le proxy wars, sul nostro pianeta. E quanto al diluvio nel senso letterale, non devi più aprire le cataratte del Tuo cielo e le fonti della nostra terra per soli 40 giorni e 40 notti: visto che hai tutta l’eternità a disposizione puoi aspettare ancora qualche nostro decennio e vedrai che, con lo scioglimento delle calotte polari, un bel diluvio universale ce lo facciamo da soli. Con conseguenze più efficaci del Tuo e sentite da tutti, a cominciare dai più poveri, che finiranno per primi sotto le acque limacciose degli tsunami del XXI secolo cristiano.
Il solstizio è passato. Per vari motivi, astronomici e storici, l’inizio dell’anno è ormai sfasato di vari giorni rispetto a quello che era stato pensato come un nuovo principio, una rinascita illusoria del tempo. Eppure, nel mio mansardato, attendo anch’io un altro nuovo anno, sperando irrazionalmente che sia migliore del precedente. E sul mio laptop vedo immagini mai viste prima: nuovi telescopi orbitanti nello spazio scoprono mondi altri e inattesi e rendono il nostro ancor meno significativo. I rovelli dell’insipiente biblico incidono ancora con l’acido gli amori, le sofferenze, le passioni, le gioie di noi tutti, immaturi affamati d’infinito.
Dio del cielo, siamo stati un esperimento utile a qualcosa?
Edmondo Lupieri è docente di Nuovo Testamento e Cristianesimo delle origini presso la Loyola University di Chicago. Per Adista ha curato la rubrica “Cronache dal Trumpistan”, poi confluite nell’omonimo volume, sull’amministrazione Trump, e ora “Hey Joe”, sulla presidenza di Biden.
Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.
Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!