
In Sudafrica il più grande centro vaccinale del continente
Un centro vaccinale nuovo di zecca, il più importante d’Africa, che arriverà a produrre un miliardo di dosi di vaccino (anti-Covid ma non solo) entro il 2025, è stato lanciato qualche giorno fa a Città del Capo, in Sudafrica. Il miliardario medico statunitense, originario del Sudafrica, Patrick Soon-Shiong, che ha finanziato la realizzazione del centro vaccinale Nant SA, ha annunciato in conferenza stampa lo scorso 19 gennaio che la struttura produrrà autonomamente un vaccino anti-Covid dedicato al mercato africano, e che è già in previsione la realizzazione di terapie anche contro il cancro, l’Aids o la tubercolosi.
Presente all’inaugurazione del padiglione anche il presidente del Sudafrica, Cyril Ramaphosa, che ha salutato con grande entusiasmo l’avvio dei lavori: «l’Africa – a detto – non dovrà più andare in Occidente con il cappello in mano, implorando e supplicando i Paesi occidentali per avere vaccini che sono disposti a dare soltanto con il contagocce. Ce la faremo da soli. Questo è ciò che siamo decisi a realizzare, e questa struttura ne è la prova».
Soon-Shiong, che può contare sul trasferimento di tecnologie e materiali dalla sua azienda californiana, la Nant Works, ha garantito investimenti miliardari in grado di consentire una prima produzione di vaccini entro fine anno e l’occupazione di centinaia di lavoratori sudafricani.
«Gli scienziati in Sudafrica sono stati in prima linea nella lotta contro la pandemia», commenta Nigrizia in un articolo del 21 gennaio. «La pandemia – prosegue il periodico missionario dei comboniani – ha messo in luce la mancanza di accesso a livello globale ai vaccini salvavita, ma in modo particolare in Africa, dove solo il 10% circa della popolazione è stato completamente vaccinato contro il Covid-19».
Sudafrica e India sono stati i primi Paesi al mondo, a ottobre 2020, a chiedere una deroga alle norme sul commercio internazionale per la sospensione temporanea dei brevetti sui vaccini anti-Covid. Un appello a rendere i Paesi a basso reddito autonomi nella produzione di sieri che è rimasto inascoltato, respinto al mittente dalle grandi multinazionali farmaceutiche e anche dai governi occidentali.
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