La destra cattolica cerca nuove sponde politiche. Con la benedizione di Cei e Vaticano
Tratto da: Adista Notizie n° 10 del 19/03/2022
41005 ROMA-ADISTA. Di per sé il fatto non costituirebbe notizia: diverse associazioni della destra cattolica, da tempo impegnate per la promozione della “antropologia naturale”, si incontrano a Roma, per un convegno. La notizia è che però a quella assise ha portato il suo saluto il presidente della Cei, Gualtiero Bassetti. E, a conclusione dei lavori, c’è stata anche una lectio magistralis del cardinale segretario di Stato Vaticano Piero Parolin.
Una doppia benedizione, vescovi italiani e Vaticano, per un convegno che si è svolto il 9 marzo scorso, presso l’Aula Magna della università Pontificia Angelicum. Ad organizzare l’evento una rete composta da alcune decine di associazioni, alcune molto piccole e “originali” (come l’Associazione Umanitaria Padana, che ha come motto “Aiutiamo i popoli a casa loro. Aiutiamoli ad aiutarsi”); altre più note, come il Movimento per la Vita, Scienza e Vita, Alleanza Cattolica, Medici Cattolici, Esserci (una associazione culturale emanazione di CL); anche un paio la cui presenza sorprende, come quella dell’Usmi, l’Unione Superiori Maggiori.
Il progetto – declinato sul titolo “Ditelo sui tetti. Pubblica Agenda Sussidiaria e Condivisa” – sarebbe ambizioso: rilanciare l’impegno del laicato cattolico in politica, attraverso analisi e proposte rispetto sui grandi temi nazionali (Pnrr compreso), con l’obiettivo – si legge nella locandina-programma – «di superare la tradizionale separazione tra progressisti e conservatori di ispirazione cristiana», dove «secondo l’opinione corrente i primi sarebbero dediti alle politiche di inclusione sociale e i secondi alla difesa dei cosiddetti principi non negoziabili». La tesi è che «senso della vita e vitalità demografica, economica e sociale non possono che alimentarsi reciprocamente. Non sarebbe infatti praticabile uno sviluppo integrale in un contesto di manipolazione della vita nascente, di rifiuto dell’identità di genere, di negazione del ruolo della famiglia naturale orientata alla procreazione, di limitazione della libertà educativa, di scarto delle fragilità umane. Lo stesso senso del lavoro, espressione del potenziale di ciascuna persona, si oppone a ogni forma di nichilismo. Così come la funzione sussidiaria dei corpi intermedi si afferma solo in un contesto che riconosce la naturale attitudine alla socialità della persona umana. Se prevale invece la visione dell’individuo isolato e titolare di infiniti desideri che si fanno diritti, è facile che si determini una ripresa dello Stato pesante che sostituisce la vitalità sociale. Tutto si tiene per cui non ci si stupisca se le rappresentanze di interessi vengono ridotte a enti parastatali e se la stessa contrattazione collettiva si conferma centralizzata e omologante tutti i lavori proprio nel momento in cui i nuovi paradigmi tecnologici, con la fine del fordismo, propongono l’originalità di ogni lavoratore e di ogni impresa sollecitando regole adattive e prossime». Traduzione, al netto del frasario tipico della destra ciellina: abolizione del contratto collettivo nazionale, sussidiarietà pubblico-privato (ossia il privato che fa profitto gestendo servizi pubblici come scuola e sanità con il finanziamento dello Stato), lotta ai diritti civili (aborto, eutanasia, fecondazione assistita, legalizzazione delle unioni di fatto). Un terreno in cui il presunto incontro con il cattolicesimo sociale, democratico e progressista appare difficile. E infatti, a parte la collocazione a destra di tutte le sigle che hanno aderito, dietro il convegno ci sono soprattutto le figure di Alfredo Mantovano (ex parlamentare di Alleanza Nazionale, ex Sottosegretario all'Interno nel II governo Berlusconi, da anni presidente di Alleanza Cattolica); Eugenia Roccella (ex radicale passata alla destra cattolica, deputata di Forza Italia, ex sottosegretario al Ministero del lavoro, della Salute e delle Politiche sociali nel III governo Berlusconi); Maurizio Sacconi (ex socialista della sinistra lombardiana passato con Forza Italia, ministro del Lavoro, della salute e delle politiche sociali nel III governo Berlusconi, animatore della componente cattolico-oltranzista del Popolo delle Libertà con Gaetano Quagliariello e Roccella, poi un rapido passaggio nel Nuovo Centro Destra di Angelino Alfano e l’abbandono della politica per presiedere l’associazione Amici di Marco Biagi).
L’autorevolezza della sede e degli sponsor ecclesiastici, unito al clima di unità nazionale inaugurato dal governo Draghi oggi rinsaldato dallo spirito ultra atlantista che ha cementato quasi tutte le forze parlamentari, ha però indotto diversi esponenti politici a presenziare all’incontro: tra tutti, Maria Elena Boschi, Matteo Salvini (reduce dalla disastrosa missione in Polonia), Giorgia Meloni, Stefano Fassina.
Nel suo intervento, Bassetti ha rilanciato i temi del convegno proprio in questa chiave “unitaria”: «Siamo in una stagione nella quale avvertiamo l’esigenza della concordia, di un dialogo che sappia abbattere i muri delle divisioni, recuperando uno spirito costruttivo di cui il nostro Paese ha immenso bisogno», ha detto. Parolin ha sottolineando che ciò che è veramente e autenticamente umano è anche propriamente cristiano. Per questo «i cristiani possono oggi ispirare pensieri e opere in seno al contesto sociale; e così incidere non soltanto a livello privato, ma anche pubblico e politico». Rispetto al tema della separazione tra Stato e Chiesa, il cardinale ha sottolineato che tale distinzione non è indifferenza, «tantomeno sospetto, dell’uno nei confronti dell’altra». Questo implica anzitutto «la libertà della Chiesa e dei cristiani di esprimere anche nell’ambito pubblico pensieri, azioni e comportamenti corrispondenti alla propria fede con il pieno diritto di sollecitare, ben oltre la sfera del privato, corrispondenti azioni pubbliche e leggi a tutela dei valori professati».
*Foto di Martina Picciau presa da Unsplash, immagine originale e licenza
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