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In un libro, un confronto tra il pensiero di Gesù e quello di Paolo

In un libro, un confronto tra il pensiero di Gesù e quello di Paolo

Tratto da: Adista Notizie n° 11 del 26/03/2022

41019 ROMA-ADISTA. Se tutto nella fede cristiana inizia da Gesù è ugualmente vero che il più straordinario propagatore del messaggio cristiano nei tempi antichi è stato Paolo di Tarso.

Il rapporto tra il pensiero del Gesù storico e quello veicolato dal suo apostolo è stato negli ultimi decenni oggetto di studi, dibattiti, controversie. Cerca di fare il punto della situazione Ermanno Arrigoni (che i lettori di Adista conoscono per essere uno studioso che applica agli studi su Gesù e i Vangeli un metodo rigorosamente storico critico, ma che contesta le posizioni dei teologi del post-teismo perché a suo giudizio essi perdono di vista il kerigma del messaggio cristiano). Il suo ultimo libro (Il pensiero di Gesù e il pensiero di Paolo. Un confronto, Aracne, 2021, pp. 572, euro 28; il libro, senza spese di spedizioni aggiuntive, può essere richiesto anche a Adista, tel. 06/6868692; e-mail: abbonamenti@adista.it; oppure acquistato online sul nostro sito) prende inizialmente atto dei limiti di un lavoro di ricerca sulle fonti gesuane e paoline, a partire dalla difficoltà di conoscere le parole autentiche di Gesù, fondamentali per definirne il pensiero, «visto che Gesù non ha scritto nulla come Socrate. Tuttavia – scrive Arrigoni nella sua introduzione – gli studiosi di Socrate da sempre hanno cercato di sapere qualcosa su questo personaggio riferendosi alle fonti principali che abbiamo su di lui: Aristofane, Platone, Senofonte e Aristotele. Così per Gesù: abbiamo più fonti su di lui, come vedremo, e quindi è possibile conoscere qualcosa anche su di lui».

Il lavoro di Arrigoni si affida allora alla analisi della tradizione orale, dei primi scritti cristiani («che appaiano appena 20 anni dopo la morte di Gesù»), agli studi sul Gesù storico, alla corrispondenza da una parte delle sue parabole con i suoi detti, con il suo messaggio; ma anche dei suoi detti con il suo comportamento e tutte le fonti che abbiamo su Gesù: attraverso tutto ciò Arrigoni prova a risalire ai detti autentici di Gesù, alle sue azioni, al suo pensiero di Gesù.

Altrettanto l’autore fa per Paolo, in una situazione però più facile, poiché dell’apostolo possediamo 7 lettere sicuramente autentiche (delle altre i critici mettono in dubbio che sia Paolo il vero autore): 1Tessalonicesi,1 e 2 Corinzi, Galati, Romani, Filippesi e Filemome; e una ulteriore fonte che sono gli Atti degli apostoli. All’approccio laico dello studioso, Arrigoni unisce però l’idea che la conoscenza di Gesù è possibile nella comunione con lui, in un rapporto personale con lui, nell’amore per lui, proprio come dice l’apostolo Paolo: «Non vivo più io, ma Cristo vive in me» (Gal 2,20)».

Per l’autore, che snoda la sua indagine attraverso 3 sezioni (“Il pensiero di Gesù”; “Il pensiero di Paolo”; “Un confronto tra Gesù e Paolo”), tra l’essenza del messaggio di Gesù e il modo con cui Paolo lo ha “tradotto” in Occidente non c’è scarto, ma sostanziale (seppure non assoluta) continuità. Il problema, semmai, si è innescato successivamente, quando «tante incrostazioni che lungo i secoli si sono depositate sul suo messaggio, fino a nasconderlo e a cambiarlo». Proprio da tali incrostazioni Arrigoni ritiene necessario liberare il messaggio di Gesù, con «quella libertà che i credenti hanno in Cristo, come scrive Paolo nella lettera ai Galati», cercando di distinguere in modo rigoroso ciò che fa parte della cultura del tempo e ciò che fa parte della fede cristiana, delle più antiche confessioni di fede, della fede stessa di Paolo.

*Foto presa da Wikimedia Commons, immagine originale e licenza

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