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Conflitti, clima e profughi scomparsi dal dibattito mediatico attuale

Conflitti, clima e profughi scomparsi dal dibattito mediatico attuale

“Guerra narrata, guerre dimenticate” è il titolo dell’articolo di apertura dell’ultimo numero della rivista Iriad Review, mensile d’informazione su pace e conflitti dell’Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo (IRIAD), a firma di Maurizio Simoncelli (vicepresidente IRIAD).

La guerra in Ucraina ha rilanciato la spesa militare, già in crescita da oltre vent’anni. Intanto, spiega Simoncelli sembrano scomparire dai radar mediatici il dibattito sulla Difesa comune europea e tutti gli altri conflitti (una settantina circa nel 2022) in corso in numerose aree calde del pianeta, come Afghanistan, Libia, Siria, Yemen, la Repubblica Democratica del Congo, ecc. «Tanti altri Paesi e territori – afferma – sono afflitti da guerre e guerriglie, che ne minano l’economia, colpiscono in primis la popolazione civile, rendono instabili i governi». È il caso, per esempio, dell’Africa, attraversata da «colpi di Stato (Mali, Ciad, Guinea, Sudan, Burkina Faso) che si succedono promettendo democrazia e spesso instaurando invece regimi autoritari».

«Viene spontaneo interrogarsi su questa giusta attenzione a quel che avviene in Ucraina (innanzitutto per una contiguità geopolitica)», si legge ancora nell’articolo, «ma anche sull’assenza o quasi d’informazione su un pianeta che almeno in parte è in fiamme già da anni».

Altre sfide cruciali per il futuro del pianeta sembrano scomparse dalla nostra informazione, e forse anche dell’agenda politica, a fronte della crisi ucraina, come la questione climatica e il nodo delle fonti d’energia, che resta «fondamentale per gli equilibri geopolitici mondiali». Oppure, i fenomeni migratori, con oltre 80 milioni di profughi che rappresentano «l’indicatore di una situazione mondiale difficile connessa proprio ai contrasti per il controllo di territori e delle relative risorse».

Secondo Simoncelli, di ogni guerra, in Ucraina e nel mondo, occorre valutare attentamente la «valenza geopolitica» dei territori interessati. Nel Donbass e nelle zone limitrofe «vi sono importanti giacimenti di gas, di carbone, di petrolio, di ferro e di terre rare, mentre Mariupol e Odessa sono importanti strategicamente per l’accesso al mare e ai traffici commerciali con l’Europa e l’Asia».

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