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"Dichiarazione interreligiosa Stoccolma+50": fede e ambiente strettamente connessi

Si è da poco conclusa la commemorazione della “Conferenza di Stoccolma sull’ambiente umano” del 1972. . A 50 anni di distanza, e a ridosso della Giornata mondiale dell’ambiente istituita dalle Nazioni Unite, “Stoccolma+50” rappresenta un momento di riflessione e rilancio per l’ecologia e la cura del pianeta. In questo contesto - informa l’agenzia Nev (Notizie Evangeliche, 8 giugno) - è stata siglata una dichiarazione interreligiosa come “contributo alla politica ambientale”. Centinaia le firme (precisamente 234) fra cui quella del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC).

“La Dichiarazione interreligiosa di Stoccolma+50 - Valori e possibilità della fede. Contributo alla politica ambientale” – il cui puntuale testo integrale è leggibile qui nella traduzione in italiano realizzata dalla Commissione globalizzazione e ambiente (GLAM) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) – propone “Dieci raccomandazioni”:

Mezzo secolo dopo, Stoccolma rilancia i suoi temi con queste “Dieci raccomandazioni”.

  1. Porre il benessere umano al centro, riconoscendo che un pianeta sano è prerequisito per la pace, la coesione e le prosperità.
  2. Riconoscere e attuare il diritto a un ambiente pulito, sano e sostenibile, realizzando il 1° principio della Dichiarazione di Stoccolma del 1972.
  3. Adottare un cambiamento a livello di sistema economico per contribuire a un pianeta sano.
  4. afforzare a livello nazionale l’attuazione degli impegni esistenti per un pianeta sano.
  5. Allineare i flussi finanziari pubblici e privati ??in favore dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile.
  6. Accelerare le trasformazioni nei settori ad alto impatto: cibo, energia, acqua, edilizia, produzione e mobilità.
  7. Ricostruire rapporti di fiducia per rafforzare la cooperazione e la solidarietà.
  8. Rafforzare e rinvigorire la multilateralità.
  9. Riconoscere la responsabilità intergenerazionale come pietra miliare per una sana elaborazione delle politiche.
  10. Portare avanti i risultati di Stoccolma+50.

La raccomandazione numero 10 «è più di un punto» afferma la GLAM, nel commento che presenta la Dichiarazione. Essa è «il motivo che ci deve accompagnare per il resto dei nostri giorni fino al 2050».

Lo slogan “Only one Earth”, scelto per la Giornata dell’ambiente 50 anni fa e riproposto nel 2022, «è divenuto lo sguardo disgustato di una giovanissima Greta Thunberg che dal palco della COP24 di Katowice, in Polonia, ripeteva “Non esiste un pianeta B”. Quest’ultimo punto – sottolinea la GLAM – è il monito del “Club di Roma” che, sempre nel 1972, stesso anno della Conferenza di Stoccolma, con il libro I limiti alla crescita profetizzava che intervenire è l’unica scelta possibile per fermare la distruzione. Non è stato fatto. La maggior parte dei governi è caduta nelle varie ipotesi proposte dal saggio in merito ai disastri che un sistema neoliberista e mal globalizzato poteva produrre».

Oggi, Stoccolma+50 e altre iniziative parallele «dicono, o meglio impongono, un modello di sviluppo che non possiamo più chiamare nuovo, bensì ultima chiamata per la salvezza», scrive ancora la GLAM, «un modello di sviluppo che conosciamo benissimo, ma che colpevolmente non viene adottato». Servirebbero allora, suggerisce la Commissione, «una drastica riduzione dei consumi, dall’energetico all’alimentare, che blocchi la circolazione convulsa delle merci. E che spinga alla ricerca di risorse del territorio, individuando quelle che favoriscono la riconversione energetica, che diano soluzioni alternative al mercato del lavoro e che soddisfino il fabbisogno alimentare. Inoltre, che si pongano parametri etici imprescindibili per la salvaguardia delle economie più deboli. Infine, bisogna sviluppare un’economia di cura dei popoli, come dei mari, delle terre, del cielo, delle risorse offerte dal pianeta. Occorre vigilare sullo sfruttamento e sull’utilizzo lucroso delle stesse risorse, degli uomini e delle donne fagocitati e fagocitate dal ricatto lavorativo».

*Foto di Pete Linforth da Pixabay

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