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Italia grande assente alla Conferenza di Vienna sul Trattato contro le armi nucleari

Italia grande assente alla Conferenza di Vienna sul Trattato contro le armi nucleari

Alla fine, il governo italiano non ci sarà. Dei 4 Stati europei che ospitano ordigni nucleari NATO (Germania, Olanda, Belgio e, appunto, Italia), il Belpaese sarà l’unico a non partecipare, nemmeno come osservatore, alla Prima Conferenza degli Stati Parti del Trattato per l’abolizione delle armi nucleari (TPNW), in programma a Vienna da oggi al 23 giugno. Anche Australia e Norvegia, membri NATO anche loro, hanno deciso di partecipare da osservatori alla Conferenza.

«La scelta di non partecipare alla Conferenza di Vienna dimostra una mancanza di coraggio politico», hanno affermato alla vigilia dell’evento Rete Italiana Pace e Disarmo e Senzatomica (partner italiani di ICAN, Nobel per la Pace 2017, e realtà promotrici della campagna “Italia ripensaci”), lanciando «un ultimo appello al nostro Governo affinché decida di ripensarci ed essere presente».

La decisione del governo italiano è anche antistorica, perché oggi sulla scena internazionale le cose sono notevolmente cambiate: «Il TPNW è la nuova norma. Dà voce alla maggioranza degli Stati che non accettano la logica secondo la quale queste armi garantiscano la sicurezza. In realtà esse rappresentano una minaccia per tutti noi e devono essere eliminate».

Alla Conferenza internazionale dei Parlamentari di Vienna del 20 giugno, intanto, ha partecipato la deputata Pd Laura Boldrini, prima firmataria di una risoluzione, adottata dalla Commissione Esteri della Camera il 18 maggio scorso, che chiede al governo di attivarsi in «percorsi concreti di disarmo nucleare e di avvicinamento ai contenuti del Trattato di proibizione delle armi nucleari (Tpnw)» (v. Adista online).

«Finché ci saranno armi nucleari – ha dichiarato – non saremo mai al sicuro. Per questo trovo importante che parlamentari di molti Paesi, organismi e associazioni internazionali si riuniscano a Vienna per la prima Conferenza degli stati parti del Trattato per la proibizione delle armi nucleari, a cui anch’io prenderò parte. Sono invece molto dispiaciuta che l’Italia non abbia firmato il Trattato e che, a differenza di altri Paesi, inclusi alcuni membri della Nato come Germania e Norvegia, non partecipi neanche alla Conferenza in veste di Paese osservatore, come sollecitato in una Risoluzione a mia prima firma approvata da tutta la maggioranza in Commissione Esteri».

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