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Disarmo nucleare globale: una risoluzione chiede al governo italiano un passo avanti

Disarmo nucleare globale: una risoluzione chiede al governo italiano un passo avanti

Si tratta di un «risultato storico a favore dell’impegno dell’Italia per il disarmo nucleare», secondo Rete Italiana Pace e Disarmo e Senzatomica, quello raggiunto ieri in Commissione Esteri e Comunitari della Camera, con il voto favorevole a una risoluzione che chiede al governo di attivarsi in «percorsi concreti di disarmo nucleare e di avvicinamento ai contenuti del Trattato di proibizione delle armi nucleari (Tpnw)».

Annunciata formalmente nella seduta del 6 dicembre 2021, la risoluzione di Laura Boldrini (Pd) reca le firme Graziano Delrio (Pd), Paola De Micheli (Pd), Piero Fassino (Pd), Francesca La Marca (Pd), Erasmo Palazzotto (Leu), Lia Quartapelle (Pd), Yana Chiara Ehm (gruppo misto), Gennaro Migliore (Iv) e Mirella Emiliozzi (M5S).

Il testo della risoluzione

Secondo la risoluzione, «le armi nucleari costituiscono ancora oggi, insieme al cambiamento climatico, una grave minaccia per l'umanità ed è quindi fondamentale continuare gli sforzi per la loro riduzione con l'obiettivo di una definitiva eliminazione, con un approccio progressivo, graduale e di natura inclusiva al disarmo nucleare». Gli effetti delle armi nucleari sono devastanti e assolutamente inconciliabili con il diritto umanitario, spiegano ancor ai firmatari del testo, tanto che la comunità internazionale, memore di Hiroshima e Nagasaki, si è mobilitata nel tempo per costruire un mondo senza armi nucleari. Innanzitutto con il “Trattato di non proliferazione nucleare”, siglato nel 1968, ma soprattutto con il Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari (Tpnw), adottato dalle Nazioni Unite il 7 luglio 2017, che mette al bando non solo l’uso, ma anche il possesso, lo sviluppo, lo scambio, e persino la minaccia dell’uso delle armi atomiche. Esito di una lunga battaglia della società civile internazionale – ricordiamo che proprio nel 2017 il Premio nobel per la pace è stato assegnato all’Ican (Campagna Internazionale per l’Abolizione delle Armi Nucleari) – il Trattato è entrato in vigore solo nel 2021, dopo il raggiungimento della 50.ma ratifica, diventando così, spiega la risoluzione, «la prima norma internazionale volta a sancire l'illegalità delle armi nucleari». Ad oggi le ratifiche sono arrivate a quota 60, mentre le firme a 86.

E l’Italia? Il contesto europeo si è dimostrato da subito freddo nei confronti del Trattato. Ad oggi l’hanno ratificato solo Austria, Irlanda, San Marino e Stato del Vaticano. Il nostro Ministero degli Esteri, quando è entrato in vigore il Tpnw, ha detto di «condividere pienamente l'obiettivo di un mondo libero da armi nucleari», ha elogiato l’impegno della società civile per il disarmo atomico, ma ha preso le distanze dal Tpnw, sollevando questioni di sicurezza nazionale e stabilità internazionale. Una decisione, in realtà, dettata principalmente dalla partecipazione dell’Italia all’alleanza atlantica (anche gli altri Stati membri della NATO sono fuori dal Tpnw). Che però ignora la posizione manifestata degli italiani i quali, nella stragrande maggioranza, si dicono favorevoli all’adesione dell’Italia al Trattato (l’87% secondo un sondaggio dell’Ican).

La Risoluzione di Laura Boldrini e degli altri firmatari impegna, dunque, il governo ad impegnarsi di più, anche nel contesto europeo, verso l’obiettivo di un mondo libero dalle armi nucleari; ad impegnarsi anche nella valutazione delle «possibili azioni di avvicinamento ai contenuti del Trattato Tpnw»; a considerare «l'ipotesi di partecipare come “Paese osservatore” alla Prima Riunione degli Stati Parti del Trattato di proibizione delle armi nucleari (TPNW) che si svolgerà a Vienna nel giugno 2022».

Il commento dei pacifisti

Con questa Risoluzione, spiegano il giorno stesso del voto Rete Pace e Disarmo e Senzatomica, «il Parlamento fornisce al Governo sollecitazioni chiare e indicazioni realizzabili per perseguire percorsi concreti di disarmo nucleare globale e definitivo: un obiettivo che tutti i recenti esecutivi italiani hanno confermato come prioritario».

Consapevoli della posizione del Paese nel quadro internazionale, in quanto alleato NATO, ritengono comunque «importante che ci sia un avvicinamento ai contenuti pratici e concreti proposti dal Trattato e un confronto con tutti gli Stati che stanno mettendo il disarmo nucleare al centro della propria azione politica».

Ricorda il presidente di Senzatomica, Daniele Santi, che «finché ci saranno le armi nucleari, ci sarà sempre il rischio che vengano utilizzate». L’attuale esperienza della guerra in Ucraina ha dimostrato ampiamente la funzione deterrente della minaccia atomica, «quale strumento di ricatto che pone l’umanità sull’orlo della catastrofe. L’unica via per prevenire il loro uso è la loro eliminazione totale e per realizzare questo esiste oggi» il Tpnw, «per proteggere la pace dell’umanità nel suo complesso».

«Solo ricordandoci della nostra umanità e decidendo un percorso serio e concreto di disarmo nucleare globale – ha aggiunto Lisa Clark, responsabile per il disarmo nucleare di Rete Italiana Pace e Disarmo e coordinatrice di Mayors for Peace in Italia – il mondo potrà smettere di basare un’effimera idea di sicurezza sulla possibilità di distruggere in pochi minuti intere città e milioni di persone».

La nota delle due reti pacifiste e disarmiste, partner della Campagna “Italia, ripensaci”, invitano il governo a passi concreti nella direzione di un avvicinamento al Trattato. Il primo passo, come richiesto dalla Risoluzione stessa, potrebbe essere la partecipazione dell’Italia, come “Paese osservatore”, alla «Prima Conferenza degli Stati Parti del Trattato di proibizione delle armi nucleari (Tpnw) che si svolgerà a Vienna dal 21 al 23 giugno prossimo», alla quale dovrebbero partecipare anche altri Stati membri della NATO, come Germania e Norvegia.

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