
Messagio del papa alla riunione di Vienna sul Trattato antinucleare: le armi atomiche, un "ricatto ripugnante"
È stato mons. Paul Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali, a leggere il Messaggio di papa Francesco in occasione della prima Riunione degli Stati Parte al Trattato sulla proibizione delle armi nucleari, che si è aperta ieri, 21 giugno, a Vienna (sulla mancata partecipazione dell'Italia a questa riunione v. Adista online qui e qui).
Questo incontro, ha scritto il pontefice, «si svolge in un momento che richiede inevitabilmente una riflessione più profonda sulla sicurezza e la pace». Nel contesto attuale, con la guerra russo-ucraina, «parlare o sostenere il disarmo può sembrare paradossale a molti», ha rilevato. «Tuttavia, dobbiamo rimanere consapevoli dei pericoli di approcci miopi alla sicurezza nazionale e internazionale e dei rischi di proliferazione. Come sappiamo fin troppo bene, il prezzo per non farlo è inevitabilmente pagato dal numero di vite innocenti perse e misurato in termini di carneficina e distruzione. Di conseguenza, rinnovo con forza il mio appello a mettere a tacere tutte le armi ed eliminare le cause dei conflitti attraverso il ricorso instancabile al negoziato: “Chi fa la guerra […] dimentica l'umanità!” [Messaggio alla Conferenza delle Nazioni Unite per negoziare uno strumento giuridicamente vincolante per proibire le armi nucleari, 23 marzo 2017]».
«La pace è indivisibile – ha aggiunto - e, per essere veramente giusta e duratura, deve essere universale. È un ragionamento ingannevole e controproducente pensare che la sicurezza e la pace di alcuni siano disconnesse dalla sicurezza collettiva e dalla pace degli altri. Questa è anche una delle lezioni che la pandemia di Covid-19 ha tragicamente dimostrato».
«Le armi nucleari sono una responsabilità costosa e pericolosa. Rappresentano un "moltiplicatore di rischio" che fornisce solo l'illusione di una "sorta di pace". Vorrei qui ribadire che l'uso delle armi nucleari, così come il loro mero possesso, è immorale. Cercare di difendere e garantire stabilità e pace attraverso un falso senso di sicurezza e un “equilibrio del terrore”, sostenuto da una mentalità di paura e sfiducia, finisce inevitabilmente per avvelenare i rapporti tra i popoli e ostacolare ogni possibile forma di dialogo reale. Il possesso porta facilmente a minacce del loro utilizzo, diventando una sorta di “ricatto” che dovrebbe essere ripugnante alle coscienze dell'umanità».
«Per queste ragioni, è importante riconoscere un'esigenza globale e pressante di responsabilità a più livelli»: in primo luogo – ha indicato – a livello pubblico, come Stati membri della stessa famiglia delle nazioni»; in secondo luogo, «a livello personale, come individui e membri di una stessa famiglia umana, e come persone di buona volontà». Allora «è giusto che questo Trattato riconosca anche che l'educazione alla pace può svolgere un ruolo importante, aiutando i giovani a diventare consapevoli dei rischi e delle conseguenze delle armi nucleari per le generazioni attuali e future».
«I trattati sul disarmo esistenti – ha sottolineato – sono più che semplici obblighi legali. Sono anche impegni morali basati sulla fiducia tra gli Stati e tra i loro rappresentanti, radicati nella fiducia che i cittadini ripongono nei loro governi, con conseguenze etiche per le generazioni attuali e future dell'umanità. L'adesione e il rispetto degli accordi internazionali sul disarmo e del diritto internazionale non costituiscono una forma di debolezza. Al contrario, è fonte di forza e responsabilità poiché aumenta la fiducia e la stabilità».
In conclusione, l’incoraggiamento di papa Francesco: «mentre ponete le basi per l'attuazione di questo Trattato, desidero incoraggiare voi, rappresentanti degli Stati, delle organizzazioni internazionali e della società civile, a proseguire lungo il vostro percorso scelto per promuovere una cultura della vita e della pace basata sulla dignità di la persona umana e la consapevolezza che siamo tutti fratelli e sorelle. Da parte sua, la Chiesa cattolica rimane irrevocabilmente impegnata a promuovere la pace tra i popoli e le nazioni e a promuovere l'educazione alla pace in tutte le sue istituzioni. Questo è un dovere a cui la Chiesa si sente vincolata davanti a Dio e ad ogni uomo e donna del nostro mondo. Il Signore benedica ciascuno di voi ei vostri sforzi al servizio della giustizia e della pace». (Testo integrale in lingua inglese a questo link)
*Foto tratta da wallpaperflare.com, immagine originale e licenza
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