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Riconciliazione con i popoli indigeni: una dichiarazione della Cec

Riconciliazione con i popoli indigeni: una dichiarazione della Cec

 

Il Comitato centrale del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec, in inglese Wcc, World Council of Churches WCC, l'organizzazione che riunisce le differenti Chiese cristiane nel mondo), in una dichiarazione del 16 settembre scorso affronta il tema della condizione dei polpoli indigeni, spesso - afferma il documento - «le comunità più emarginate in molte parti del mondo, esposte a povertà, malattie, malnutrizione, espropriazione, sfruttamento, tratta e migrazione forzata a cui sono negate le possibilità di migrazione o asilo. Fin dal loro primo contatto con i colonizzatori, i popoli indigeni hanno subito una serie di danni. Sono stati spostati dalle loro terre tradizionali, uccisi, sfruttati, disumanizzati. In molti casi il loro esproprio iniziò con la "Dottrina della Scoperta" che consentiva ai colonizzatori europei di rivendicare la proprietà di terre non abitate da cristiani». Il Consiglio ecumenico riconosce che oggi «è in gioco il benessere mentale e fisico dei figli, dei nipoti e delle generazioni a venire». Benessere che è «direttamente legato alla guarigione e al benessere delle terre, delle acque e dell'aria».

La dichiarazione esorta il Cec e le chiese associate «ad avviare processi per affrontare il bisogno di guarigione dei popoli indigeni dai traumi storici e intergenerazionali attraverso l'istituzione di processi di Verità e Riconciliazione che si basino sul ripristino della giustizia e della guarigione delle relazioni ovunque si siano verificati crimini contro l'umanità e genocidi».

Il Cec invita inoltre le chiese «a garantire che il programma per i popoli indigeni abbia un proprio canale completamente finanziato con risorse adeguate, e che il lavoro del Consiglio ecumenico sulla giustizia climatica con il programma per i popoli indigeni sia rafforzato».

Infine, la dichiarazione riconosce la «complicità della Chiesa in questi genocidi contro i popoli indigeni e la violenza spirituale perpetrata dalle chiese fin dai primi contatti», spingendoci a «decolonizzare le nostre tradizioni di fede per riscoprire il potenziale del Vangelo che nutre la vita».

A questo link è possibile consultare l'intero documento, in lingua inglese

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