
Crisi climatica e consumo di carburante: da Greenpeace 5 idee al nuovo governo
Con 5 semplici misure, adottabili nel breve periodo, è possibile affrontare con successo la crisi climatica, intervenendo sui trasporti per «una riduzione del consumo di petrolio del 13% e a un risparmio per le economie dei Paesi europei di 36 miliardi di euro all’anno». Le linee d’azione sono fornite dal report Transport Sector solutions. Combatting multiple crises with calculated solutions to save energy, costs and greenhouse gas emissions in the EU, pubblicato da Greenpeace Central & Eastern Europe di Vienna.
Il Rapporto, numeri alla mano, fornisce strategie di intervento sui trasporti a breve e a medio-lungo periodo, indicando anche una serie di false soluzioni alla crisi energetica (sostituzione della Russia con altri fornitori di combustibili fossili; nuove esplorazioni per la ricerca di petrolio; riduzione di tasse sul petrolio; produzione di agrocarburante o carburanti alternativi; salvataggi continui di imprese e trasporti ad alto assorbimento di energia, ecc.).
Sul breve periodo, sintetizza l’organizzazione sul suo sito italiano, Greenpeace suggerisce alcune misure per il contenimento delle emissioni: lanciare un «biglietto climatico» a basso costo per il trasporto pubblico replicando il successo tedesco con i biglietti a 9 euro; proibire «voli a corto raggio»; implementare stabilmente lo smart working: imporre limiti di velocità più bassi; passare quante più merci possibili dal trasporto su gomma ai treni. Nelle città tutto questo andrebbe poi affiancato a serie politiche di investimento nella mobilità condivisa, ciclistica e pedonale.
Ridurre il consumo di carburante è di primaria importanza, sottolinea Greenpeace: «I trasporti consumano quasi il 70% del petrolio utilizzato in Europa, causano circa il 30% delle emissioni di gas serra e rappresentano la seconda spesa per le famiglie dopo la casa».
Greenpeace promuove soluzioni facilmente attuabili e chiede al nuovo governo del Paese «di imboccare da subito la giusta strada, attuando interventi per il risparmio energetico che non ricadano sulle spalle delle persone e che ci liberino dalla dipendenza dal petrolio e dal gas, responsabile della crisi energetica e climatica che stiamo vivendo».
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