Card. Zuppi: meglio «perdere un pezzo di sovranità e risolvere i conflitti»
«Dopo 80 anni ancora siamo costretti a vedere i morti. Ecco perché anche quell'articolo 11 della Costituzione italiana, per ripudiare la guerra - oggi in Ucraina, ma anche nel resto del mondo, grandi e piccole che siano, finanche nelle stesse famiglie - è così attuale. E la seconda parte dell'articolo, a cui tanto lavorò Dossetti, è ancora più importante: meglio perdere un pezzo di sovranità e risolvere i conflitti. Invece di prendere le armi, discutiamo. Qualcuno faccia davvero da arbitro dunque, per far sì che il fratello non ammazzi il fratello». Lo ha detto il presidente della Cei card. Matteo Zuppi, parlando ieri a Bonifati (Cosenza) al "Giubileo Dossettiano", a 25 anni dalla morte di Giuseppe Dossetti, sacerdote, giurista e politico, protagonista dell'Assemblea costituente.
«Quell'articolo - ha aggiunto riferendosi all'articolo 11 della Costituzione - era frutto davvero di tanta sofferenza, un ripudio che voleva dire anche dare senso al non senso della morte di milioni di persone. Ripudio, ma anche, il perdere sovranità per una sovranità che aiuti a risolvere i conflitti. Ne abbiamo un enorme bisogno, e lo capiamo assistendo a questo terribile conflitto in Ucraina e in tante altre parti del mondo».
L’art. 11 della nostra Costituzione detta: «L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo».
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